L’iniziativa del deputato Arlacchi (S&D): “Il lato migliore della Calabria”
Sette opere d’arte antica restituite dal mare alla regione meridionale
Ricordare le radici dell’Europa attraverso l’arte antica. È con questo spirito che al Parlamento europeo è stata organizzata un’esposizione sulla Magna Graecia calabrese, su iniziativa dell’europarlamentare Pd/S&D Pino Arlacchi. A rievocare storia e splendore delle colonie magnogreche ci sono la “Testa del Filosofo”, il “Kouros di Reggio”, il “Dioscuro di Locri”, il “Toro Cozzante di Sibari”, la “Stele marmorea di Crotone”, l’”Elmo Corinzio di Vibo Valentia” e il “Cratere con scene di caccia di Gioia Tauro”. All’inaugurazione della mostra, ieri, hanno preso parte l’assessore regionale della Calabria Luigi Fedele, la Soprintendente Simonetta Bonomi e l’eurodeputata popolare Marietta Giannakou, ex ministro delle cultura greco.
“Questi sette tesori rappresentano le radici del continente, senza la Magna Grecia non ci sarebbe stata l’Europa” ha affermato Arlacchi che oltre a elogiare la bellezza e la storia della sua terra ha voluto prendere spunto per un discorso politico più ampio: “Abbiamo una grande lezione da imparare, la Grecia non riuscì a superare i suoi conflitti interni, per non aver mai trasceso i limiti della città stato”, come l’Europa che inizialmente “ha seguito lo stesso cammino di guerre fino a quando non abbiamo cambiato rotta e capito che senza unione non si sopravvive”. Un cammino che per Alracchi non è ancora pienamente compiuto: “Dobbiamo procedere ora verso gli Stati uniti d’Europa”.
La mostra, la più importante esposizione sulla Magna Graecia calabrese allestita sinora fuori dalla regione, sarà visibile fino al 16 novembre nel palazzo Spinelli del Parlamento. “Queste opere – ha spiegato la sopraintendente Bonomi – vogliono essere una suggestiva sintesi non solo delle antichità restituite dal mare e dal sottosuolo della Calabria ma anche delle migliori espressioni della civiltà e della cultura artistica della Magna Grecia, come pure della madrepatria greca, nel periodo del suo massimo splendore tra i secoli VII e IV avanti Cristo”.
Lungo le coste della Calabria giace uno dei maggiori patrimoni archeologici europei e molto ancora deve venire alla luce. “La nostra è una delle regioni più povere e marginali del continente europeo, nota purtroppo per la criminalità e il mal governo – ha concluso Arlacchi – con queste bellezze vogliamo invece mostrare all’Europa il suo lato migliore”.
Alfonso Bianchi