A Bruxelles una kermesse enogastronomica organizzata dal Consorzio Vini del Piemonte
Il Presidente Faccio: “C’è voglia di assaggiare la novità”
Oggi i vini piemontesi varcheranno le Alpi e si spingeranno fino a Bruxelles per una sfida contro la Francia all’ultima goccia. L‘occasione è il “Barolo & Friends Event”: il Consorzio I Vini del Piemonte in collaborazione con Strada del Barolo, Bottega del vino di Dogliani e Consorzio Alta Langa hanno organizzato la terza edizione di una kermesse che mira a far conoscere il Piemonte permettendo anche ai belgi di degustare i migliori vini delle colline del nord Italia.
Al Palais des Colonies, tra un bicchiere e l’altro, si combatterà anche una piccola guerra non dichiarata. Il Barolo arriva, infatti, a Bruxelles alla conquista del mercato belga.
Un mercato che al momento sembra essere dominato da quei famosi vini francesi dai nomi altisonanti: il Merlot, lo Chardonnay, il Cabernet. Tutti vini che gli appassionati e gli addetti ai lavori, che oggi si presenteranno all’evento, già conoscono molto bene.
Forse fin troppo. Forse è giunto il momento di presentargli qualcosa di nuovo o, quantomeno, questo è ciò che si evince dalle parole di Andrea Faccio, Presidente del consorzio I Vini del Piemonte, che, riferendosi agli intenditori belgi, ha detto che “c’è voglia di assaggiare la ‘novità’”, e sarà questa ad esser servita, assieme alla “qualità” e a quella storia di cui i vini piemontesi sono ricchi.
I vini proposti, tra i primi il Barolo, il Barbera e il Nebbiolo, mirano a sbarcare nel mercato di nicchia, sono nomi pensati per i più appassionati che, non solo avranno voglia di scoprirli e li sapranno apprezzare, ma che saranno anche disposti a spendere un po’ di più, pur di “bere bene”.
Le bottiglie che saranno presentate, infatti, sono più care rispetto alla media di quelle che si possono trovare sugli scaffali belgi e, certamente, perdono in partenza se se ne confrontano i prezzi, ad esempio, con quelle spagnole. “È una questione di conformazione geografica – spiega Faccio – il Piemonte ha un terreno collinare, perciò non si possono usare macchinari e molto del lavoro si fa ancora a mano”. Un prezzo più alto, una maggior manodopera, che si traducono però in un terzo fattore tutto positivo: le bottiglie piemontesi contengono una propria storia. A produrle sono spesso aziende molto piccole, per lo più ancora a conduzione famigliare, con il capofamiglia incaricato di gestire tutto. Spesso vigne nate sul terreno ereditato dal nonno contadino, che ha lavorato sodo per piantare un vigneto proprio, sogno magari irrealizzato di un bisnonno mezzadro.
Vini frutto di una tradizione, che si somma al made in Italy, ancora sinonimo di alta qualità, specialmente nel settore gastronomico. Sembrerebbe una battaglia già vinta, ma la strada è ancora lunga se anche in Belgio si desidera ottenere quella fama che il vino italiano ha acquisito in Germania, dove, al momento, è primo sia per vendite che per immagine. Due gli appuntamenti principali: uno riservato a importatori e distributori e il secondo dedicato ai wine-lover (dalle 18 alle 21).
E se il Barolo vi è piaciuto, ha aggiunto Faccio, “assaggiateci, ma veniteci anche a trovare” per un turismo enogastronomico alla scoperta delle colline piemontesi.
Camilla Tagino
Nella foto: il Castello di Grinzane e vigne a Grinzane Cavour, in provincia di Cuneo. Courtesy of ©Regione Piemonte