Ecofin, sul tavolo fondi per Emilia ed Erasmus, Britannici e altri 4 “virtuosi” contro adeguamenti
Nelle agende dei premier europei fissato l’appuntamento per il 7 e 8 febbraio
Sarà un’altra lunga giornata oggi a Bruxelles, di quelle in cui si dovranno forse fermare gli orologi, di quelle dove un accordo sarebbe necessario raggiungerlo. Non è detto però che ci si riesca, i britannici, che dallo stare in Europa ci guadagnano soldi veri, non vogliono aumentare il bilancio di neanche un euro nemmeno per aiutare lo Stato italiano ad affrontare la tragedia del terremoto. Loro però, tre anni fa, si presero i loro soldi per le alluvioni.
Oggi al Consiglio Ecofin sono in ballo tre temi, che si vorrebbero distinti, che l’Italia, in particolare, vorrebbe tenere distinti: i 670 milioni di extra bilancio 2012 per l’emergenza terremoto in Emilia; i 9 miliardi per rifinanziare tutti quei progetti, tra i quali Erasmus, che hanno finito i soldi perché gli Stati, pur avvertiti, non hanno voluto metterne a suo tempo; infine c’è il bilancio 2013. Il tutto mentre si discute del bilancio pluriennale 2014-2020. Su questi scivolosi piani paralleli l’Unione europea rischia di cambiare faccia. La cambia se non arrivano i soldi per il terremoto (chiesti a gran voce oltre che da Mario Monti anche da Jose Manuel Barroso e Martin Schulz) entro un tempo ed in modi decenti, la cambia se saltano i finanziamenti ad Erasmus, ma anche se questo succedesse solo per due mesi, solo per un pugno di studenti, e la cambierebbe ancora di più se David Cameron, impegnato in un titanico sforzo (che proprio non è da lui) di tenere insieme euroscettici ed eurofuggenti nel suo partito ed in giro per la Gran Bretagna (Inghilterra in particolare). Lui sta tirando la corda, aiutato da piccoli ma agguerriti puffi soldati olandesi, finlandesi, austriaci e svedesi (con una certa simpatia tedesca), che si sento migliori, perché più saggi amministratori, degli altri soci del club e non sono disposti a finanziare progetti che, evidentemente, ritengono non siano di loro diretto ed immediato interesse.
Oggi dunque si negozierà pesantemente, si ricorreranno notizie di possibili intese e catastrofiche fratture. Per il gruppo dei “probi” i 9 miliardi e i 670 milioni vanno trovati, secondo le stesse regole di corretta tenuta dei conti, nelle pieghe del bilancio 2012, tra i soldi avanzati e non spesi, che però la Commissione spiega essere già impegnati; si tratta di circa 15 miliardi contesi. Poi c’è il bilancio 2013, che se non lo si approva oggi costringe ad andare all’esercizio provvisorio (e quindi a spendere quanto lo scorso anno, e dunque Londra non risparmierebbe nulla).
In molti pensano che per il 2013 oggi non si troverà l’intesa, che non si troverà neanche al vertice straordinario sul bilancio del 22 e 23 novembre e che tutto slitterà probabilmente a febbraio, quando, per il 7 e l’8, è già stato fissato (è nelle agende dei primier ha saputo eunews.it) un Consiglio europeo straordinario dei capi di Stato e di governo. Forse sarà allora che si scioglieranno i nodi. Se non ci si riuscirà allora sarà un vero problema.
L.R.
Per saperne di più leggi di Monti che chiede aiuto a Barroso, e del blocco, con rinvio, delle trattative tra i diplomatici il 9 novembre scorso.