Il commissario all’Agricoltura Ciolos: vietato commercializzare come ‘vino’ Kit per autoprodurre
Le europarlamentari Gardini e Bizzotto in prima fila contro i “beveroni”
Il vino si fa pigiando l’uva, non allungando una polvere con acqua e “aromatizzando” questa mistura con dei pezzi di legno. La Commissione europea ha finalmente fatto chiarezza sullo scandalo del “vino” in polvere venduta in particolare in Gran Bretagna, noto da tempo e recentemente sollevato (indipendentemente l’una dall’altra) dalle deputate europee Elisabetta Gardini (Pdl) e Mara Bizzotto (Lega).
“I vini in polvere ‘fai da te’ spacciati in Gran Bretagna per Valpolicella, Chianti o Barolo devono essere immediatamente ritirati dal mercato: l’UE ha contattato le autorità italiane e britanniche affinché ne vietino subito la commercializzazione e mettano in pratica tutti i provvedimenti necessari a prevenire qualunque uso illecito dei marchi DOP ed IGP”. Lo annuncia oggi Bizzotto, diffondendo la risposta della Commissione Europea alla sua interrogazione sul caso dei vini in polvere.
All’interrogazione a risposto il Commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos, che ha ricordato come “i prodotti in questione non possano essere commercializzati utilizzando una denominazione di origine protetta (DOP) o un’indicazione geografica protetta (IGP), nemmeno attraverso una semplice evocazione del nome”, annunciando inoltre che la Commissione UE “ha informato le delegazioni degli Stati Membri che tali pratiche violano le norme in materia di etichettatura nel settore vitivinicolo stabilite dalla legislazione europea”.
Questi falsi vini, che si richiamano ad alcuni tra i più famosi vini DOP ed IGP italiani, sono stati realizzati in Svezia e in Canada, prima di essere commercializzati in Inghilterra: attraverso un kit ‘fai da te’, acquistabile anche su Internet, si assicurava ai consumatori una bevanda falsamente definita “vino italiano” da creare in sole tre settimane, partendo da polverine, agenti chimici, mosto e perfino trucioli di quercia. Secondo le stime di Coldiretti nella sola Unione Europea sarebbero oltre 20 milioni le bottiglie di vino ottenute da questi miscugli.
“La risposta del Commissario Ciolos va nella direzione che auspicavo, a tutela di tutto il settore vitivinicolo del nostro Paese che da troppo tempo subisce la concorrenza sleale di questi volgari taroccatori – dichiara Bizzotto -. Tuttavia molto resta ancora da fare, a livello comunitario, per combattere efficacemente il business illecito dell’agropirateria che, oltre a danneggiare economicamente i nostri produttori, inganna i consumatori e ne mette a rischio la loro salute”.
Secondo l’eurodeputata “servono pene esemplari per chi produce questi colossali tarocchi, spacciati oltretutto come prodotti DOP ed IGP all’interno di uno degli Stati Membri dell’Unione Europea”. Bizzotto poi sostiene anche che “l’UE farebbe bene a creare un apposito fondo comunitario, rivolto ai produttori, alle associazioni di categoria e ai consorzi, che serva a promuovere azioni legali contro chiunque metta in commercio questi falsi marchi che hanno il solo scopo di truffare i consumatori”.