Respinto il testo che proponeva la liberalizzazione dei servizi di assistenza a terra
Voto su indicazione dei governi e non dei gruppi. Kallas pronto a ritirare la sua proposta
Il Parlamento europeo ha bocciato le proposte della Commissione europea per la modifica delle norme che regolano il sistema aeroportuale dell’Ue. La commissione Trasporti del Parlamento europeo ha respinto la proposta di liberalizzazione dei servizi di assistenza a terra, fortemente voluta da Siim Kallas, il responsabile per i Trasporti della squadra di Josè Manuel Barroso. Si intendeva aumentare la concorrenza – aumentano il numero minimo di operatori – ma questa richiesta non è nemmeno stata votata: il primo emendamento al testo (rapporto Zasada, Ppe) chiedeva il respingimento delle proposte della Commissione. Un emendamento a firma Ppe (Georges Bach e Michael Gahler), S&D (Boguslaw Liberadzki), Verdi-Ale (Eva Lichtenberger) e Gue-Sinistra unitaria europea (Sabine Wils). Un emendamento condiviso e votato (22 sì, 20 no, 2 astenuti), che ha messo in evidenza le divisioni interne alla commissione Trasporti – spaccata a metà – e il voto espresso da logiche nazionali e non di gruppo.
Germania, Francia, Danimarca e Svezia, sono sempre state contrarie a queste proposte della Commissione europea, e già in sede di consiglio Trasporti a Lussemburgo questa netta opposizione era stata manifestata. I governi vogliono tutelare i loro gioielli di famiglia (Lufthansa, AirFrance e Sas), e alla fine ha prevalso il voto nazionale su quello partitico. “Sono rammaricato per questo esito”, il commmento di Kallas, che si è affidato a Twitter per esprimere tutto il suo disappunto. “Questo voto era un test sulla volontà di modernizzare il sistema aeroportuale europeo”, e non è stato superato. Kallas è pronto a questo punto “anche a ritirare il testo”, che dovrebbe essere comunque portato all’attenzione dell’Assemblea nella sessione plenaria di gennaio. A Bruxelles si è consumato dunque uno strappo istituzionale, che ha messo in evidenza i limiti del funzionamento dell’Unione: gli stati hanno dimostrato di non sapersi mettere d’accordo nemmeno sulla liberalizzazione dei servizi a terra negli aeroporti. Un messaggio poco incoraggiante in vista della negoziazione sui bilanci dei prossimi giorni.
Su cosa si è votato
Se da una parte il traffico aereo continua a crescere, si stima un raddoppio delle cifre entro il 2030, dall’altra, proprio per quella data, è prevista l’implosione del sistema con diciannove tra i maggiori aeroporti europei senza le infrastrutture necessarie per soddisfare la richiesta di voli.
Il Parlamento europeo ha votato in favore di due delle tre riforme comprese nella proposta della Commissione volta a modificare le norme sul traffico dei cieli, risalenti ormai ai primi anni ’90. Si tratta di un nuovo “piano d’azione per migliorare le capacità, l’efficienza e la sicurezza degli aeroporti in Europa”.
Si è così discusso un tema caro per la nostra principale compagnia nazionale: l’assegnazione delle bande orarie di decollo ed atterraggio, gli slot, bene prezioso e ambito dai vari vettori basti pensare alla tratta Roma – Milano che appena due settimane fa è stata sotto i riflettori, quando l’antitrust ha assegnato alla compagnia Easyjet 7 slot su Linate, cedute forzosamente da Alitalia. Nella sua proposta la Commissione UE richiede l’introduzione di meccanismi di assegnazione degli slot basati sul mercato, per assicurarne l’uso ai vettori più meritevoli. Requisiti più severi che consentirebbero agli aeroporti europei di accogliere oltre 28 milioni di passeggeri in più ogni anno.
La commissione trasporti del Parlamento UE, sottoscrivendo le richieste avanzate dall’eurodeputato Giammaria Uggias, ha detto sì all’introduzione di un mercato secondario delle bande orarie, accompagnato da regole per una maggiore trasparenza e un sistema sanzionatorio più severo.
Nello stesso “pacchetto aeroportuale” si parlava anche di rumore. Pur di ridurre l’inquinamento acustico nei pressi degli aeroporti si chiedeva agli scali di introdurre una serie di restrizioni operative, compreso il graduale ritiro degli aerei più rumorosi. Ma il “pacchetto” in quanto tale da oggi non esiste più. Gli eurodeputati si sono pronunciati a favore delle riforme contro l”inquinamento acustico, ma si sono schierati contro l’esecutivo UE sulla terza parte, la più cara alla Commissione: il tema dei lavori a terra. È qui che si accumula il 70% dei ritardi dei voli, durante tutte quelle operazioni quali: rifornimento di carburante, servizio bagagli, servizio navetta, pulizia etc. che spesso sono la prima causa di rallentamento del traffico.
La situazione attuale prevede che le compagnie possano scegliere tra un massimo di due prestatori di servizi, la Commissione chiede, almeno nei maggiori aeroporti, di aumentarli a tre, sicura che un’apertura del mercato porterebbe ad un miglioramento non solo dell’ambiente per i lavoratori, ma anche dell’efficienza dei servizi stessi. A questo il Parlamento europeo ha risposto con un emendamento che chiede il ritiro del testo stesso. Il testo passerà all’Assemblea per il voto finale, nel mentre già si stima che i soli cambiamenti proposti dalla Commissione trasporti consentiranno di creare, per il periodo 2012-2030, 62.000 posti di lavoro.
C.T.