Più trasparenza e regolamentazioni più severe per quanto riguarda i rapporti tra i commissari europei e le diverse lobby operanti a Bruxelles. È quanto chiede, in una lettera inviata al Presidente José Manuel Barroso, l’Alliance for Lobbying Transparency and Ethics Regulation (Alter-Eu), una coalizione di 200 organizzazioni della società civile, sindacati e associazioni di cui fanno parte, tra gli altri: GreenPeace, Manitese, Action Aid e la Federazione europea dei giornalisti. È stato il caso Dalli a riaprire con forza il dibattito sull’argomento, e la lettera inizia proprio con un attacco alla gestione delle dimissioni dell’ex commissario europeo alla Salute: “La Commissione ha rilasciato così poche informazioni nelle prime due settimane dallo scoppio dello scandalo che ha fatto sorgere più dubbi di quante risposte abbia fornito”, e per questo ora bisognerebbe “eliminare ogni segreto sulla questione” e pubblicare anche il rapporto dell’Olaf. Quello che preoccupa è capire se “la Commissione sta investigando per capire se ci sono stati altri tentativi di vendere accessi e influenza” su altri commissari europei.
Le questioni sollevate dal Dalligate sono tante e così Alter-Eu nella sua lettera a Barroso propone diversi interventi da mettere in campo per evitare future illecite pressioni da parte dei lobbisti. Innanzitutto, secondo le associazioni, bisognerebbe migliorare le regole sui conflitti di interessi: ai commissari dovrebbe essere vietato partecipare a incontri organizzati da conoscenti che lavorano come intermediari o consulenti per una lobby. Si dovrebbe poi istituire un comitato etico indipendente, che monitori innanzitutto le carriere dei lobbisti. Secondo Alter-Eu, ad esempio, le lobby non dovrebbero poter assumere “ex commissari o ex funzionari di alto rango se non dopo 3 anni dalla fine del loro mandato”, questo chiaramente per evitare che le loro conoscenze all’interno delle istituzioni possano facilitare eccessivamente i loro tentativi di condizionare le scelte dell’Ue.
La lettera chiede inoltre di sostituire l’attuale codice di condotta, ritenuto troppo vago e debole, con un sistema obbligatorio di trasparenza che permetta “a tutti i cittadini europei di vedere chi sta influenzando il processo decisionale dell’Ue, su quali questioni, per conto di chi e con quale budget”. Al momento non c’è nessun obbligo né di trasparenza né di registrazione e il “Corporate Europe Observatory”, ha svelato ad esempio che il 62% degli incontri con lobbisti, tenuti dal vice-presidente della Commissione responsabile per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, sono avvenuti con persone non iscritte nel “Registro per la trasparenza“, voluto dal Parlamento lo scorso anno, ma che resta comunque volontario. Secondo Alter-Eu l’iscrizione a questo registro dovrebbe essere obbligatoria e ai commissari dovrebbe essere fatto divieto di incontrare lobbisti non presenti sulla lista. “In più – specifica la lettera – la Commissione dovrebbe fornire online tutte le informazioni sugli incontri con i lobbisti”. Una cosa non impossibile visto che è una pratica comune in Gran Bretagna.