Il seggio è vacante dal 31 maggio, il Parlamento europeo vorrebbe una donna per quel posto
A causa del veto di Madrid la discussione è rimandata al prossimo Consiglio europeo
Sta diventando una telenovela la nomina di Yves Mersch al board della Banca centrale europea. Dopo le proteste del Parlamento europeo è oggi la Spagna a bloccare in seno al Consiglio europeo la candidatura del 62enne governatore della Banca centrale del Lussemburgo. La diatriba va avanti dal 31 maggio scorso quando è scaduto il mandato dello spagnolo Jose Manuel Gonzalez Paramo. Per rimpiazzarlo il Consiglio a giugno aveva proposto il nome di Mersch e, dopo una lunga impasse, per fare in fretta aveva cercato di ottenere la nomina tramite una ‘procedura scritta’, un metodo accelerato che consente di prendere decisioni senza una riunione formale di funzionari governativi e che avrebbe messo fine alla battaglia durata mesi. Ma questa procedura aveva bisogno dell’unanimità tra i 17 Stati membri della zona euro e con lo stop inaspettato da parte della Spagna il piano è saltato. Adesso si dovrà aspettare il prossimo vertice europeo del 22 e 23 novembre, quando il nome di Mersch potrà essere scelto con voto ponderato. Questo vuol dire che la Spagna non avrà più diritto di veto e, salvo ulteriori colpi di scena, la nomina di Mersch dovrebbe essere assicurata visto che nessun altro Paese ha espresso contrarietà.
I primi ad opporsi alla scelta del lussemburghese erano stati i membri della commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo che all’inizio di settembre avevano annullato l’audizione di Mersch lamentando il fatto che non era stata presa in considerazione per quel ruolo nessuna donna. Era iniziata quindi una battaglia culminata nella bocciatura della sua nomina in un voto (puramente consultivo) nella seduta plenaria di ottobre. In effetti nella Bce i 27 membri del Consiglio generale, i 3 del board, presidente e vicepresidente sono tutti uomini, e sin dalla sua costituzione nel 1998 nel consiglio esecutivo della banca sono state nominate soltanto due donne: l’austriaca Gertrude Tumpel-Gugerell e la finlandese Sirkka Hamalainen.
Sylvie Goulard – l’europarlamentare dell’Alde che aveva fortemente criticato Mario Draghi in un’audizione nella commissione Problemi economici lo scorso 9 ottobre – si è detta “felicissima” dello stop imposto dalla Spagna. “Chiediamo ancora al Presidente del Parlamento europeo di chiedere nuovamente al Consiglio di ritirare la sua candidatura” ha dichiarato Goulard, questo perché “bisogna impedire che ci sia un board esecutivo composto solo da uomini”.
Secondo i rumors del Consiglio però lo stop imposto dalla Spagna non avrebbe niente a che fare con il sesso del candidato, ma piuttosto con la sua nazionalità. Madrid infatti vorrebbe che a sostituire lo spagnolo Paramo fosse un altro spagnolo. In passato dal Paese iberico si erano fatti anche i nomi di due donne: Soledad Nunez Ramos, capo della tesoreria spagnola, e Belen Romana Garcia, ex direttore generale del tesoro.
Alfonso Bianchi