Per fortuna Bruxelles non è una città molto superstiziosa e così al di là di un po’ di stupore e curiosità nessuno si scandalizza più di tanto a vedere per le strade e nelle metropolitane i cartelloni che pubblicizzano il “Salone del testamento”. Se fosse successo a Napoli (città natale di chi scrive) non si sarebbero contati i gesti apotropaici fatti dai cittadini alla vista delle locandine dell’evento che propone “consulenze gratuite dei notai” per chi vuole scrivere le ultime volontà. “Tié tié ciucciué” (“alla faccia tua uccellaccio del malaugurio”) avrebbero mormorato i passanti toccandosi furtivamente i bassifondi. Eppure l’evento ospitato lunedì 5 novembre dal Bozar, il museo delle belle arti della capitale belga, è arrivato alla sua seconda edizione dopo il successo dello scorso anno, in cui i visitatori nell’unico giorno di apertura sono stati circa 500. L’ingresso, possibile dalle 10 alle 16, costa 5 euro e comprende una guida sul tema, due esposizioni, una visita guidata nel palazzo Horta e una retrospettiva sull’artista belga Constant Permeke, in occasione dei 60 anni dalla sua morte (eh appunto).
In realtà il salone del testamento è un’idea con una finalità benefica. È stato organizzato del sito www.testament.be che si occupa di collezionare sostegni a diverse associazioni e Ong attraverso donazioni fatte tra le ultime volontà. Un’idea (scaramanzie a parte) assolutamente meritoria. È chiaro che la famiglia e i figli sono solitamente i primi destinatari del lascito dei beni quando si muore ma è vero anche che in Italia ad esempio, anche se non è certo una pratica pubblicizzata da un “Salone”, non è raro che una parte dei propri beni vengano lasciati alla chiesa, soprattutto in mancanza di eredi. E allora perché non fare la stessa cosa con Amnesty, Handicap international, il Wwf o anche L’Ulb, l’Università libera di Bruxelles?
Nel sito testament.be c’è una lista di ben 67 organizzazioni che partecipano a questa iniziativa e a cui si può dare un ultimo (è proprio il caso di dirlo) sostegno. E così lunedì al Salone del testamento sarà possibile incontrare personalmente gli attivisti delle diverse associazioni e conoscere il loro lavoro andando ai diversi banchetti informativi, e si potrà avere una consulenza gratuita con un notaio che darà tutti i consigli su come redigere al meglio le proprie ultime volontà. Insomma visto che “o Rip o rap”, nel senso di presto o tardi (sempre come si dice a Napoli) toccherà a tutti noi, perché non lasciare questa terra con una buona azione? (Tié tié ciucciué!).
A. B.