L’assegnazione del premio Sacharov agli iraniani Sotoudeh e Jafar Panahi ha già creato il primo incidente diplomatico tra l’Ue e Teheran. Il Parlamento europeo ha cancellato la missione che cinque deputati avrebbero dovuto fare nello Stato persiano dal 27 ottobre al 2 novembre per effettuare una delle riunioni periodiche del Parlamento europeo con il Majlis (parlamento iraniano). Questo perché gli europarlamentari hanno chiesto di poter consegnare personalmente ai due vincitori del premio per la libertà di pensiero (al momento entrambi agli arresti) la lettera di invito per la giornata di consegna del premio del Parlamento europeo per la libertà di pensiero in programma il prossimo 12 dicembre a Strasburgo. Ma l’autorizzazione è stata negata dalle autorità di Teheran, il portavoce della Commissione Sicurezza e Politica Estera del Parlamento iraniano, Naqavì Hosseinì, ha dichiarato: “L’Iran è un paese serio e non il cortile di casa dell’Unione Europea”.
Per questa ragione la capo delegazione dell’Ue, la verde finlandese Tarja Cronberg, ha annullato la missione e il presidente del Parlamento Martin Schulz ha affermato: “Sono profondamente dispiaciuto del fatto che ci sia stato negato il permesso di incontrare i vincitori del Sacharov. Il Parlamento europeo è comunque determinato a continuare il suo sostegno e il coinvolgimento con la società civile iraniana”.
La reazione iraniana è stata ferma: “È chiaro che i nostri amici europei non possono fare tutto quello che vogliono nel nostro paese” ha spiegato Hosseinì secondo cui il problema è stato che “la richiesta dell’Ue per poter incontrare alcune persone che si trovano in carcere in Iran” è arrivata solo “all’ultimo minuto” e il Governo di Teheran “e nessun altro paese indipendente non può accettare ingerenze di questo tipo nella sua vita sociale e politica”.
Alfonso Bianchi
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