I paesi del sud-est asiatico e del pacifico restano un partner commerciale importante, per l’Unione europea, che accresce il suo giro d’affari e riduce il deficit nella bilancia commerciale con i 19 paesi del meeting Asia-Europa (Asem). Lo rileva l’Eurostat, che in occasione del IX summit tra Ue e i paesi dell’est del mondo diffonde i dati relativi alle relazioni economiche e commerciali che legano queste due porzioni di globo. I partner – sempre più importanti per i ventisette dell’Ue – sono i dieci paesi dell’Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico (anche noto come Asean, e formato da Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia , Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam) più Australia, Cina, Corea del Sud, Giappone, India, Mongolia, Nuova Zelanda, Pakistan, e Russia. Con questi paesi la mole d’affari continua a crescere: nella prima metà del 2012 i ventisette paesi Ue hanno esportato beni per 255 miliardi di euro (rispetto ai prodotti per 226 miliardi del primo semestre del 2011), e ha importato beni per 379 miliardi di euro (contro gli acquisti per 373 miliardi fatti tra gennaio e giugno 2011). La bilancia commerciale, dunque, continua a essere in passivo, ma – rileva l’Eurostat – questo deficit “continua a diminuire”, scendendo a 124 miliardi di euro (era di 146 miliardi a giugno 2011).
Per capire quanto questi diciannove paesi siano importanti per gli stati dell’Ue, basta pensare che un terzo dell’export dell’Unione europea (31%) è verso questi paesi asiatici, da dove l’Europa ricava il 43% delle sue importazioni complessive. La Germania è il paese più attivo dei ventisette: con la sua quota del 35% dell’export complessivo dell’Ue e la sua quota del 20% sull’import complessivo europeo è infatti il principale partner commerciale dei paesi dell’Asem. Nella media europea l’Italia: come singolo paese anche il nostro vede – in perfetta sintonia Ue – la propria bilancia commerciale in deficit, ma in riduzione. Nella prima metà del 2012 sono infatti aumentate le esportazioni (per un valore di 20,1 miliardi, in aumento di circa un miliardo rispetto al primo semestre 2011) e sono diminuite le importazioni (da 35,3 miliardi a 31,1 miliardi). Risultato: il saldo negativo con i 19 paesi dell’est del mondo si è ridotto da 16 a 11 miliardi di euro.
R.G.