Una maxi-stangata da decine di milioni di euro pesa sul capo dell’Italia, che viene deferita alla Corte di giustizia europea per i mancati provvedimenti per far fronte alla questione rifiuti. La Commissione europea ha adottato il consueto pacchetto mensile di infrazioni, decidendo linea dura contro il nostro paese: oltre al deferimento alla Corte del Lussemburgo, è stata chiesta l’imposizione di un’ammenda forfettaria di 56 milioni di euro più un’ammenda giornaliera di 256.819 euro ”per ogni giorno successivo alla seconda sentenza fino al giorno della regolarizzazione dell’infrazione”. Nel 2007 era stata emessa un prima sentenza con cui si obbliga l’Italia a bonificare le discariche illegali presenti sul territorio, ma da allora poco è stato fatto. ”I problemi sussistono ancora in quasi tutte le regioni italiane, e le misure in vigore non sono sufficienti per risolvere il problema a lungo termine”, ha lamentato l’esecutivo comunitario. Il commissario europeo per l’Ambiente, Janez Potocnik, ha quindi optato per le multe.
La situazione italiana desta più preoccupazioni: oltre alle inadempienze e ai ritardi c’è la cronica incapacità di far fronte al problema. Su tutto il territorio nazionale si contano 255 discariche ancora da bonificare. “Nonostante gli impegni assunti delle autorità italiane nel 2007 – ha denunciato la Commissione Ue – solo 31 discariche problematiche saranno bonificate per la fine del 2012”. Non solo: per questa stessa data non ci sarà neppure un programma complessivo di gestione dei siti di stoccaggio dei rifiuti oggetto di esame della Commissione Ue. A Bruxelles hanno lamentato che un calendario completo per l’ultimazione dei lavori – richiesto dalla Commissione Ue a giugno 2011 – è stato programmato ”solo per 132 discariche su 255”, poco più della metà. L’Italia è dunque solo a metà strada, “la sentenza della Corte del 2007 non è stata rispettata”, e le super-multe sono apparse inevitabili, tanto più che a Bruxelles dopo cinque anni non si hanno informazioni dell’esistenza in Italia di un sistema di controllo ”adeguato” per prevenire la creazione di nuove discariche abusive.
Il paradosso italiano sta tutto nella gestione dei rifiuti: il nostro è il diciassettesimo paese per conferimento di rifiuti in discarica dell’Ue, con il 51% degli scarti che finisce nelle grandi buche interrate (davanti a noi, nell’ordine, Bulgaria, Romania, Lituania, Lettonia, Malta, Grecia, Slovacchia, Cipro, Estonia, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Portogallo, Spagna, Slovenia e Irlanda), vanta valori prossimi alla media europea per quote di immondizia riciclata (21% contro il 25% dell’Ue) e addirittura oltre la media europea per la mole di rifiuti organici utilizzati per la produzione di fertilizzanti naturali (17% di compostaggio a fronte del 15% Ue). L’Italia, però, nel gestire le sue discariche è tutt’altro che virtuosa.
Renato Giannetti