Come previsto la Commissione Europea ha annunciato a Strasburgo il via libera per una Tobin Tax a 10 paesi. Si procederà, come deciso dai governi, con la cooperazione rafforzata, per la quale sono necessarie almeno 9 adesioni. Un gruppo di paesi può dunque darsi una legislazione, vincolante solo per loro, anche se gli altri non ci stanno.
L’esecutivo europeo ha sottolineato che “tutte le condizioni legali sono rispettate” e, del resto, un accordo all’unanimità non era davvero pensabile.
L’idea di un’imposta sulle transazioni finanziarie, nata nel 1972 dal premio Nobel per l’economia James Tobin per stabilizzare i mercati valutari, ha subito nel tempo una notevole evoluzione, o meglio, involuzione. Se in principio era stata pensata per un’applicazione a livello mondiale, si è poi cercato di applicarla ai soli 27 Stati Membri dell’Unione Europea, in seguito almeno i 17 dell’Eurozona, ma ogni gruppo aveva i suoi scettici e così sono rimasti solo in 10.
A prendere l’iniziativa sono state Germania e Francia, quest’ultima si era mostrata particolarmente decisa sin dall’inizio e disposta ad applicare la tassa anche se da sola. In seguito si sono unite Italia, Belgio, Grecia, Austria, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Chi vorrà potrà, inoltre, aggiungersi in corso d’opera, tra i primi candidati figura l’Estonia, che già ha dichiarato la sua disponibilità, ma che ancora non è “pronta”.
La proposta della Commissione prevede una tassa dello 0,1% sulle operazioni riguardanti azioni e obbligazioni e dello 0,01% su quelle riguardanti tutti gli altri prodotti finanziari.
I pareri contrari sono però ancora molti, in tanti temono di vedere una fuga dei trader verso l’Inghilterra o altri mercati che si sono detti contrari all’imposta. Ma la Commissione è ottimista e sostiene che ci saranno “vantaggi immediati e concreti”, tra questi “un migliore funzionamento del mercato unico per l’intera Unione”. Per quanto riguarda gli effettivi vantaggi economici, ai tempi della proposta a 27 gli introiti della tassa erano stati stimati a 57 miliardi di euro annui. Con il gruppo ristretto a 10 paesi certo saranno più bassi, ma visto che questi stati costituiscono i 2/3 dell’economia europea, le stime di Bruxelles prevedono comunque alcune decine di miliardi di euro in arrivo nei loro fondi pubblici.
Non si tratta solo di soldi, il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso ha infatti parlato di “maggior equità”.
Secondo il commissario europeo per la fiscalità Algirdas Semeta la Tobin tax “contribuirà ad un settore finanziario più stabile” e ad “un sistema fiscale più equo che risponde alle domande dei cittadini” di tutti quei paesi che hanno deciso di introdurla. Adesso la proposta della Commissione passerà nelle mani del Consiglio Europeo, che dovrà decidere se approvarla a maggioranza qualificata, e in seguito al Parlamento Europeo, la cui approvazione appare quasi scontata.
Camilla Tagino
Nella tarda serata di ieri anche l’Estonia ha fatto sapere di aderire alla cooperazione rafforzata, che conta dunque ora su undici paesi.