Il Parlamento europeo ha approvato oggi con 492 voti a favore, 123 contrari e 82 astensioni, la proposta di Bilancio per il 2013. Il relatore del testo, Giovanni La Via (Pdl/Ppe) sa che è solo un primo passo e che la parte più difficile deve ancora venire: “Con il voto di oggi, il Parlamento vuole dare un segnale forte agli Stati membri in vista dei negoziati: è in gioco la credibilità e l’affidabilità dell’Unione europea”. Ci saranno adesso 21 giorni di conciliazione tra il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento che inizieranno venerdì 26 ottobre per terminare con un incontro finale il 9 novembre. Se si raggiungerà un accordo, il bilancio sarà inserito in una votazione finale nella sessione plenaria di novembre. Ma le posizioni tra le due istituzioni sono molto distanti, il Consiglio si è infatti affrettato a far sapere all’aula di Strasburgo che “non potrà approvare tutti i suoi emendamenti al bilancio”, soprattutto per quanto riguarda i le riduzioni “o addirittura la cancellazione” dei “massimali di spesa” del quadro finanziario pluriennale.
Il Parlamento ha respinto 1,9 miliardi di euro di tagli proposti dal Consiglio a luglio in aree come la ricerca, l’imprenditoria e le misure per l’impiego e ha votato la reintroduzione di 1,6 miliardi di euro tagliati nelle politiche regionali. Per il processo di pace nel Medio Oriente e in Palestina, i deputati hanno votato non solo per ripristinare i 200 milioni di euro previsti nella bozza di bilancio della Commissione, ma a questi hanno aggiunto altri 100 milioni.
È chiaro che nella conciliazione il Parlamento dovrà cedere su qualche punto. Oggi la Commissione ha dovuto presentare un bilancio correttivo per il 2012 per sopperire alla mancanza di fondi necessari a finanziare programmi come l’Erasmus Mundus, il Lifelong Learning e il Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo. Una correzione fortemente voluta dal Parlamento ma che non andrà giù tanto facilmente al Consiglio che avrebbe preferito che questi soldi fossero stati presi dal Bilancio 2013 e non con una manovra correttiva sul vecchio. “Siamo tutti consapevoli – ha sottolineato La Via – delle difficoltà finanziarie che ciascuno Stato membro sta affrontando, ma la risposta alla crisi, come evidenziato anche dal Consiglio europeo, deve essere più Europa e non meno Europa”.
Per quanto riguarda infine i costi amministrativi della ‘macchina’ Parlamento i deputati hanno approvato tagli ulteriori per 8,9 milioni di euro al bilancio interno, rispetto alla proposta iniziale. Questo significa che in tutto ci sarà un aumento dell’1,9% rispetto al 2012, che serve a coprire i costi dell’inflazione, ma che per l’Aula di Strasburgo in realtà è una riduzione in quanto non tiene in considerazione i costi aggiuntivi che comporterà l’ingresso della Croazia nella grande famiglia Ue, previsto per l’estate prossima.
Con la discussione in corso sul bilancio pluriennale è possibile che non si arrivi in tempo a un accordo su quello per il 2013 ma se questo non dovesse succedere si andrà ai ‘dodicesimi’, ovvero ogni mese si approverà un dodicesimo del bilancio 2012. Un’eventualità che in tempi di crisi segnerebbe veramente una sconfitta per l’Europa.
Alfonso Bianchi