La difesa dell’ex commissario Ue alla Salute, Joseph Dalli, parte dai media ed è una difesa a tutto campo. Dalli infatti sta rilasciando diverse interviste in cui fa intendere chiaramente che contro di lui potrebbe essersi messo in moto un complotto dell’industria del tabacco con la complicità addirittura di alcuni settori della Commissione. A Bruxelles, intanto, si fanno i conti sulla sua buonuscita e la pensione. Ma non si accelera sulla direttiva tabacco.
Il politico maltese è stato costretto alle dimissioni la settimana in seguito a un’indagine dell’Olaf, l’ufficio europeo anti-frodi, che afferma che un faccendiere di nome Silvio Zammit (suo ex collaboratore quando era deputato) avrebbe utilizzato il nome dell’ex commissario per ottenere 60 milioni di euro da una compagnia di tabacco svedese, la Swedish Match, con la promessa di far modificare la stretta sul tabacco in discussione a Bruxelles e di cui si stava occupando proprio Dalli. Secondo l’Olaf l’ex commissario sapeva e, se anche non è chiaro se fosse direttamente coinvolto nella vicenda, di sicuro non ha denunciato l’accaduto.
Dalli, intervistato dal Malta Today, ha ribaltato le accuse affermando che “ci sono elementi in seno alla Commissione che non sono contenti di questa direttiva. E naturalmente, c’è l’industria del tabacco”, dando a intendere, neanche tanto velatamente, che contro di lui potrebbe esserci un complotto. L’ex commissario afferma di aver ricevuto la solidarietà di alcuni dei suoi colleghi ma di essere stato scaricato immediatamente dal presidente José Maule Barroso. “Mi aspettavo un sostegno da Barroso – ha dichiarato Dalli – o che almeno mi desse il tempo di capire le accuse rivolte contro di me. Gli avevo chiesto 24 ore per organizzarmi e chiedere un parere legale. E lui mi ha detto: ti do 30 minuti”. Riguardo al presidente parla poi di rapporti deterioratisi nel tempo a partire da quando il maltese, nel 2011, fece delle dichiarazioni polemiche sul modo in cui i media stavano coprendo la rivolta in Libia contro Gheddafi.
Tornando alle accuse, secondo il giornale l’ex commissario, nel raccontare tutti i dettagli dei suoi rapporti col faccendiere Zammit, avrebbe affermato anche di avergli inviato una lettera ad agosto in cui lo avvertiva che lo avrebbe ritenuto responsabile di qualsiasi conseguenza il suo operato avrebbe avuto sulla propria reputazione (un’affermazione per la verità non virgolettata ma data in “later comments”).
Tra gli indizi della colpevolezza di Dalli ci sarebbe una mail della lobby del tabacco ESTOC inviata a Zammit in cui i lobbisti chiedevano quanto costava avere un incontro col commissario. Una prova che però per il maltese è solo una prova della trappola in quanto il presidente della ESTOC è Patrik Hildingsson, che è anche vice-presidente della Swedish Match. “È normale prendere per oro colato un reclamo fatto da una parte in causa senza chiedersi se ci sono doppi fini?” ha attaccato Dalli dando a intendere che con la sua indagine l’Olaf avrebbe preso parte al deragliamento della direttiva.
La Commissione almeno formalmente considera Dalli innocente, ma per l’esecutivo comunitario quello del maltese è ormai un capito chiuso. A palazzo Berlaymont si fanno già i calcoli sulla liquidazione dell’ex responsabile alla Salute. “Rispettiamo il principio di presunzione di innocenza”, ma “per noi era politicamente insostenibile che Dalli rimanesse nelle sua sensibile posizione” di commissario per la Salute ei Consumatori, ha detto il portavoce della Commissione Ue, Oliver Bailly.
Il portavoce ha chiarito che a Dalli sono state chieste le dimissioni. “C’è stato un incontro tra lui e Barroso, il presidente gli ha offerto l’opportunità di dimettersi e alla fine Dalli ha rassegnato le sue dimissioni”, ha ricostruito Bailly. Dalli è stato dunque silurato da Barroso, che ha fatto avviare le pratiche per la liquidazione. Per tre anni percepirà un’indennità pari al 45% del suo stipendio e, se non dovesse essere riconosciuto colpevole dalla giustizia maltese, godrà della pensione da commissario europeo (per un assegno mensile pari all’11,4% del suo ultimo stipendio da commissario europeo). Nel mentre Barroso oggi incontrerà il nuovo commissario indicato dal governo maltese Tonio Borg, attuale ministro degli Esteri.
La speranza è che la Commissione non indugi oltre e dimostri che Dalli ha torto nelle sue accuse con l’unico sistema che ha: approvare a spron battuto un testo di direttiva che, dice chi ha seguito il dossier, è pronto da molti mesi ed è inspiegabilmente ancora lettera morta.
Per saperne di più:
– L’intervista sul Malta Today
– Kessler: Dalli sapeva. E lui: Barroso mi ha cacciato
– Si dimette Dalli: non ha fatto nulla, ma sapeva di tentata frode