Nella polemica sulle regioni che sta infuriando in Italia sono finiti anche gli uffici di rappresentanza delle nostre amministrazioni locali a Bruxelles. Uffici che dovrebbero servire come avamposti della politica regionale nel cuore dell’Unione europea e che molto spesso, a causa degli alti costi (e alle volte anche degli scarsi risultati), vengono additati come gli ennesimi sprechi italiani. Non la pensa così però Vittorino Rodaro, direttore della rappresentanza della Provincia autonoma di Trento.
C’è chi pensa che siete solo un carrozzone di cui potremmo fare tranquillamente a meno
“Beh, innanzitutto cominciamo col dire che noi, per ottimizzare costi e lavoro abbiamo unito Tirolo, Alto Adige e Trento in un’unica rappresentanza”.
E quali sono i costi di questi uffici?
“Siamo a Bruxelles dal 1995 e inizialmente l’affitto del palazzo in cui lavoravamo, di 400 metri quadri, era 60mila euro l’anno, una spesa insostenibile a lungo termine. Così abbiamo comprato nel 2004 l’attuale sede di 800 m2 più giardino, 1 milione di euro diviso tra i tre Governi. Adesso state sicuri che il valore dell’immobile è notevolmente aumentato. Il nostro budget annuo complessivo per tutte le spese (compreso personale di segreteria e portierato) è poi di 240 mila euro, sempre diviso tre. Per il 2013, il budget complessivo sarà ridotto a 220.000 euro”.
Ci hanno detto che un dirigente della rappresentanza veneta guadagna 16mila euro al mese.
“Ah no, io non guadagno così tanto, ma meno di un terzo di questa cifra. Inoltre nel nostro dipartimento lavoriamo solo in 3 persone e la segreteria è comune per le tre rappresentanze”
Quello che la gente si chiede è se questa spesa porti poi i necessari ritorni al territorio…
“Fare una conteggio meramente economico di quanto vale il nostro lavoro è certo difficile. Noi siamo un’antenna della nostra Provincia a Bruxelles, per loro monitoriamo la legislazione europea per essere sempre aggiornati e pronti a regolarci e trarne beneficio. Pensiamo solo ai fondi strutturali, grazie anche al nostro lavoro siamo un’eccellenza in Italia”.
Secondo i dati diffusi dalla Commissione europea, insieme all’Emilia-Romagna avete un livello di utilizzo superiore all’85%, contro una media italiana del 20. Ma non può essere solo questo il vostro ruolo.
“Certo che no, ma la politica europea deve essere continuamente monitorata, pensiamo anche alla Pac (Politica agricola comune), sono milioni di possibili investimenti anche nel Trentino, il nostro scopo è tenere aggiornata la Provincia su un argomento che riguarda il benessere di tanti allevatori e agricoltori. Le informazioni che raccogliamo sono disponibili poi a tutti sul nostro sito, anche questo è un servizio. Poi facciamo anche altre cose, formazione ad esempio”.
In che modo?
“Innanzitutto ogni tre mesi uno stagista ci viene a dare una mano, con un rimborso spese che sarà portato il prossimo anno a 2.800 euro. Poi ospitiamo ogni anno gruppi di giovani provenienti da università e scuole di formazione del Trentino che sono interessati a studiare le istituzioni e le politiche dell’Unione europea. Diamo loro la possibilità di venire nel cuore dell’Ue a conoscere e studiare da vicino la grande macchina Europa. Organizziamo annualmente una Summer School in lingua inglese per 30 giovani laureati, trentini, altoatesini e tirolesi. I costi di queste iniziative non sono sostenuti da noi: ci limitiamo a offrire qualche bevanda e qualche panino. In generale, il ritorno economico di queste iniziative formative non è certo facilmente calcolabile ma non possiamo pensare che preparare i giovani non aiuti il nostro sistema-Paese a crescere. Per non parlare del nostro lavoro sulla comunità di emigranti”.
Parliamone, invece.
“Noi organizziamo anche iniziative culturali rivolte soprattutto agli emigranti trentini di prima e seconda generazione presenti in Belgio, e agli italiani in generale, che sono tantissimi. Concerti, presentazioni di libri, dibattiti, tutte cose che li aiutano a sentirsi più vicini al loro paese. Lavoriamo anche in stretto contatto con l’associazione Trentini nel mondo che ha 200 circoli in tutta Europa, 4 solo in Belgio. Alle nostre serate vengono anche 100/200 persone”.
Sembrerebbe che in effetti il vostro lavoro non sia così inutile. Ma lei pensa che sia lo stesso per tutte le rappresentanze o voi sareste una positiva eccezione?
“No, non mi faccia questa domanda, non fatemi rispondere a questa cosa. Io cosa posso dirvi, ognuno vada a verificare il lavoro degli altri e lo giudichi. Insisto però su una cosa: non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio”.
Alfonso Bianchi
Nella foto, una serata nella sede della rappresentanza di Trentino-Alto Adige-Tirolo
Per saperne di più:
Il sito della della rappresentanza di Trentino-Alto Adige-Tirolo