Negli ultimi anni poco o niente è cambiato in Italia: siamo ancora il paese col più alto numero di automobili per abitante, siamo ancora il paese con il maggior divario nord-sud e siamo ancora il paese che ha saputo fare meno per le regioni più svantaggiate, e siamo ancora il paese che attira meno persone e industrie: nessuno vede nelle nostre città un luogo per un “buon” lavoro. Questa la fotografia dell’Italia scattata da Eurostat nel “Regional yearbook 2012”, diffuso oggi.
I numeri principali del nostro paese confermano i ritardi e i limiti storici del Belpaese: il Mezzogiorno è tra le aree più povere dell’Europa: Puglia, Sicilia, Calabria e Campania sono le uniche quattro regioni della zona Ue dove meno della metà della popolazione tra i 20 e i 64 anni ha un lavoro (43,7%). E sempre una nostra regione – la Sicilia – è tra le prime tre d’Europa per densità di autostrade: sull’isola ci sono 26 chilometri di strade a scorrimento veloce ogni 1.000 chilometri quadrati. Un tasso più elevato si ha soltanto nelle Canarie (Spagna, 29 chilometri per 1.000 chilometri quadrati) e Cipro (28). Un dato, quello siciliano, che nel suo piccolo rispecchia un paese: l’Italia è infatti il primo stato membro per numero di persone che si spostano in auto: più di 550 passeggeri ogni 1.000 abitanti, contro la media Ue (473). Un dato pressoché uniforme: solo Liguria e Puglia contano meno di 550 passeggeri ogni 1.000 abitanti. Il Lazio è poi la terza regione d’Europa per tasso di motorizzazione: nell’area regionale si contano 673 autovetture ogni 1.000 abitanti, contro le 783 del Flevoland (Paesi Bassi) e le 717 del Liechtenstein.
Altra conferma, non proprio buona, è quella relativa agli investimenti per la ricerca: solo nove regioni italiane investono tra l’1% e il 2% del Pil in questo settore, mentre tutte le altre destinano meno dell’1% regionale in ricerca. Un dato non certo brillante, se si considera che nel 2009 la media Ue degli investimenti regionali nella ricerca era del 2,01%. La cartina di tornasole di questa politica è data dal numero di brevetti, “l’indice che misura le invenzioni e le innovazioni”, ricorda lo studio Eurostat. In Italia solo la provincia di Bologna ha più di 250 richieste di brevetto ogni milione di abitante. Un solo ente locale sui 91 complessivi (83 tra province e land della Germania, 2 regioni ciascuno per Austria, Francia e Paesi Bassi, 1 provincia belga). Un dato, infine, che dovrebbe allarmare, è quello relativo alla percezione che si ha delle opportunità di lavoro nelle città italiane: solo il 27% degli intervistati sostiene che si possa trovare un “buon” lavoro a Bologna, la prime delle città del nostro paese viste come fonte di occupazione. Seguono, tra le nostre città, Verona (per il 26%), Roma (per il 13%), Torino (per l’11%), Napoli e Palermo (per il 3%).
Renato Giannetti