Bene ma non troppo. Il nucleare in Europa va rivisto e migliorato, perché se da una parte le norme di sicurezza degli impianti nucleari sono generalmente “di alto livello”, dall’altro buona parte dei reattori in Europa a queste norme sono poco conformi. Questo lo stato di salute delle 69 centrali nucleari sottoposte negli ultimi mesi ai test di resistenza (anche chiamati “stress-test”). A riassumere il risultato delle verifiche è stato Gunther Oettinger, commissario per l’Energia. I test sono stati condotti su tre livelli, uno dei quali è la valutazione europea condotta da team di esperti e e tecnici dell’Ue (gli altri sono l’autovalutazione dei gestori delle centrali e la valutazione delle autorità nazionali di sicurezza). “Ovunque c’è un potenziale di miglioramento”, ha riconosciuto Oettinger. Ciò significa che “in gran parte delle centrali si può migliorare la situazione” e “si possono migliorare le strutture, riqualificandole”. Nessun problema. “Nel suo complesso – ha aggiunto – la situazione per la sicurezza delle centrali europee è soddisfacente, c’è un buon livello di sicurezza”, e “nessuna centrale deve essere spenta”.
Quest’ultima affermazione genera delle perplessità. Oettinger in conferenza stampa ha detto tutt’altro rispetto a quanto contenuto nella nota ufficiale diffusa dalla Commissione europea. “Le autorità nazionali di sicurezza sono giunte alla conclusione che non si giustificano chiusure di centrali nucleari”, il contenuto della nota, dove sembra si voglia attribuire responsabilità presente – e soprattutto future – alle Authority. Non è chiaro quale sia la posizione della Commissione europea su questo: Oettinger non ha offerto una dichiarazione chiara, e il contenuto della nota diffusa a fine conferenza stampa lascia sospetti. C’è stato un cronista tedesco che rivolgendosi a Oettinger, ha chiesto chiarimenti. “Ha detto che il livello di sicurezza delle centrali è buono, ma al tempo stesso – ha fatto notare il giornalista a Oettinger – ha detto che il grado di sicurezza va migliorato. Lei pensa che siano sicure?” “In generale possiamo essere soddisfatti”, la risposta di Oettinger.
I dati, però, mostrano la maggioranza dei reattori (ben 145, in totale, in Europa) non a norma. Le regole attuali sul calcolo dei rischi di terremoti non vengono applicate in 54 reattori, e sono ancor di più (62) quelli dove non si applicano le norme sul calcolo di rischio di terremoti. E non finisce qui. Gli impianti dovrebbero avere strumenti sismici per misurazioni e, in caso di terremoto, dare l’allarme: tra apparecchiature mancanti o da migliorare non sono a norma 121 reattori su 145 (circa l’80%). Mancano poi in 32 reattori i sistemi di ventilazione con filtro dell’involucro di contenimento, che consentono di depressurizzare il contenitore del reattore in caso di incidente. Ancora, secondo le norme le attrezzature per far fronte a gravi incidenti dovrebbero essere conservate in luoghi protetti e facilmente accessibili. Nel territorio Ue ciò non avviene in 81 reattori, in più della metà del totale dislocato sui quindici paesi interessati ((Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spazia, Svezia e Ungheria).
Renato Giannetti