“Irreversibilità”. La parola chiave degli incontri avvenuti oggi a Bruxelles tra il primo ministro tunisino Hamadi Jebali ed i Presidenti del Consiglio europeo e della Commissione Herman Van Rompuy e Josè Manuel Barroso. Come il processo di democratizzazione, cominciato in Tunisia ormai più di 20 mesi fa, deve essere un viaggio senza ritorno, altrettanto lo sarà l’impegno a sostenerlo di cui l’UE si è fatta carico. Questa la posizione di Bruxelles, e dalle conferenze stampa tenute stamattina si direbbe che non si tratti di sole belle parole.
Oggi è stato, anzitutto, annunciato l’aumento del contributo finanziario previsto per il periodo che va dal 2011 al 2013, destinato alla ripresa economica del paese. Un totale di 400 milioni di euro, quasi il doppio di quelli inizialmente previsti, a disposizione di Tunisi per rilanciare l’economia, completare la riforma della giustizia e migliorare la competitività dei servizi. Con questa seconda visita di Jebali nella capitale europea cresce dunque una relazione all’insegna del dialogo e della cooperazione: Tunisia ed Europa camminano insieme in questa “storica marcia verso la piena democrazia”. Forse poco pragmatiche queste ultime parole del presidente Barroso, in un momento in cui il pensiero di tutti è presto andato agli eventi del 14 settembre, quando il consolato statunitense a Bengasi è stato attaccato, in un clima di scontri violenti più che negli altri paesi dove gruppi di estremisti musulmani si sono ribellati alla pubblicazione di vignette satiriche su Maometto.
A questo proposito il premier tunisino ha detto che “alla cattiveria non si può rispondere con altra cattiveria, anche quando ad essere attaccato è il Profeta”. Un chiaro invito alla non violenza, un’esortazione alla quale ha fatto seguito un appello chiaro alla moderazione da parte di Barroso, certo che il viaggio verso la democrazia sia il passo giusto per indebolire quegli estremisti violenti che nell’illusoria stabilità della dittatura trovavano più motivi per legittimarsi, ma che non avranno spazio nella nuova Tunisia.
Al termine dell’incontro Van Rompuy ha assicurato che impegnerà “regolarmente il Consiglio Ue ad occuparsi dello sviluppo delle nostre relazioni con la Tunisia e con gli altri Paesi della Primavera araba”, annunciando anche un suo imminente viaggio a Tunisi. Se tra l’Europa e la nuova Tunisia ormai si dialoga e si collabora, tra le due sponde del Mediterraneo resta comunque da costruire una vera e duratura fiducia.
Camilla Tagino