Italia, Albania e Grecia hanno firmato un accordo per lo sviluppo del progetto per il gasdotto trans-adriatico (noto come Tap, acronimo per Trans-Adriatic pipeline). A margine dell’assemblea generale dell’Onu, i ministri degli Esteri dei tre paesi (Giulio Terzi, Edmond Panariti e Dimitris Avramopoulos) hanno siglato nella sede della rappresentanza italiana a New York l’accordo per sviluppare il progetto, che se realizzato permetterà la distribuzione del gas proveniente dall’Azerbaijan nell’Europa del sud-orientale (per una fornitura annua stimata attorno ai 20 miliardi di metri cubi). L’intesa è salutata con favore dalla Commissione europea: “Questo accordo è un altro importante passo avanti verso il nostro obiettivo di avere rifornimento di gas direttamente dalla regione del Mar Caspio”, il commento di Gunther Oettinger, commissario europeo per l’Energia.
L’Unione europea cerca la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico per evitare di essere troppo Russia-dipendente e scongiurare eventuali crisi come quella dello scorso febbraio, quando Gazprom ridusse le forniture di gas all’Europa per la domanda troppo elevata. La firma dell’accordo tra Italia, Albania e Grecia per Bruxelles è dunque una buona notizia. Ma è un’occasione ghiotta anche per l’Italia, che potrebbe partecipare la consorzio. Enel sembra infatti interessata al trasporto del gas attraverso Tap. Alla distribuzione del gas azero proveniente dal maxi-giacimento di Shah Deniz sono in corsa la norvegese Statoil, la svizzera Egl e la tedesca E.On. Tap è in corsa per il gas azero con il consorzio Nabucco west, che porterebbe il gas in Europa passando attraverso Bulgaria, Romania e Ungheria. “Questo documento politico tra Italia, Albania e Grecia – commenta la Commissione europea – è un accordo che consente di andare avanti” con il progetto e “stabilisce il quadro giuridico per il gasdotto Tap”.
Renato Giannetti