La mappa delle tasse studentesche in Europa mostra una geografia alquanto variegata che ci fa capire come lo studio in certi Paesi, molto più che in altri, venga valorizzato e sostenuto anche economicamente. Secondo una ricerca commissionata dalla Commissione europea in alcune nazioni, e non sono quelle più ricche, lo studio è davvero ancora un diritto per il quale, se non si possono forse ricevere sussidi, come nel caso della Grecia, almeno non si deve affrontare nessuna spesa.
Non da per tutto però è così facile. Pur se hanno forse le migliori università europee, gli studenti che se la passano peggio sono gli inglesi che devono sborsare 3.889 euro all’anno di tasse universitarie al primo livello (la nostra triennale), tasse che in alcuni casi raggiungono addirittura dei picchi di 36mila euro per quanto riguarda i master. In Inghilterra però bisogna dire che gli studenti possono ricevere un prestito per pagare queste tasse, prestito che dovrà essere restituito soltanto nel momento in cui lo studente avrà finalmente sottoscritto un contratto di lavoro decente.
I paradisi dello studente (economicamente parlando) sono Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Malta, Norvegia, Scozia e Svezia, dove non esistono tasse universitarie (almeno al primo livello). Tra i tedeschi le pagano invece solo quelli che, per loro sfortuna (dal punto di vista economico ovviamente), sono nati nelle regioni della Baviera o Bassa Sassonia. In tutti gli paesi invece le tasse si pagano, in alcuni sono a carico di tutti gli studenti indiscriminatamente (in Olanda e Portogallo ad esempio), in altri, come in Italia e in Francia, è la maggioranza degli iscritti all’università a doverle pagare. In Croazia, Lituania e Slovenia, infine, è solo la minoranza più ricca a dover sostenere costi dello studio.
Per quanto riguarda il sostegno economico, invece, in tutta Europa esistono delle borse di studio, anche in quei paesi come Danimarca, Cipro e Malta, in cui non si pagano le tasse. Ma a parte la Gran Bretagna, Finlandia, Olanda, Norvegia e Svezia (dove sono moltissime) negli altri Paesi, Italia compresa, a riceverle sono solo una minoranza che arriva a un massimo del 40% in Ungheria. I prestiti invece, che non dappertutto sono vantaggiosi come quelli concessi in Inghilterra, sono visti come una soluzione solo dal 5% degli studenti europei.
Ci son infine i supporti dati alla famiglia. Nei Paesi nordici questo supporto non esiste, ma solo nel senso che lo studente è considerato un individuo e in quanto tale viene sostenuto anche economicamente. Esemplare per l’Ue è il caso Finlandia che, pur non facendo pagare tasse universitarie, concede agli studenti diversi tipi di aiuto, sia che vivano ancora con i genitori sia che vivano da soli. In quest’ultimo caso grazie a una quota di sostegno per l’affitto riescono ad arrivare anche a 9mila e 600 euro l’anno. Meglio fa solo la Norvegia (paese non Ue) che, sempre non facendo pagare tasse universitarie, concede tra rimborsi viaggio, per l’affitto e spese varie la cifra record di 11mila 600 euro l’anno.
E l’Italia? Per quanto riguarda il Bel Paese noi non ci avviciniamo affatto a queste eccellenze. La media delle tasse universitarie è di 1400 euro l’anno e soltanto il 10% degli studenti riceve un sostegno dallo Stato in base al reddito e al merito che oscilla tra i 1800 euro a picchi di 4700 euro. Insomma la Norvegia è lontana, e non solo geograficamente.
Alfonso Bianchi
Per saperne di più:
Scarica il dossier della Commissione europea http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/facts_and_figures/fees_and_support.pdf