Il cinema europeo è fonte di occupazione per otto milioni di persone, e produce il 4,5% del Pil dell’Ue. Un vero tesoro che la Commissione europea intende custodire e anzi accrescere. Ben due direzioni generali (Cultura e Industria) lavorano alle nuove politiche comunitarie a sostegno del settore, e domani il commissario europeo per la Cultura, Androulla Vassiliou, la presenterà ufficialmente. Due i punti principali: i capitali e la digitalizzazione. Da una parte occorre trovare “finanziamenti adeguati” per il settore, e qui – spiega Vassiliou – si può pensare anche a “un coinvolgimento della Bei”. Dall’altra parte occorre pensare a nuove piattaforme di distribuzione, che rappresentano “reali opportunità per il settore”. Oggi, ricorda Vassiliou, “internet ha cambiato il modo di vedere i film”, e quindi occorre precedere verso una maggiore digitalizzazione della settima arte.
Ma il progetto della Commissione europea è vasto e si muove in più direzioni. Per aiutare le imprese del settore Vassiliou e il collega Antonio Tajani (responsabile Ue per l’Industria, che ha parte del dossier) coinvolgeranno anche i commissario europei per la Concorrenza, per il Mercato interno e per le Politiche regionali. L’intenzione è quella di chiedere a Joaquin Almunia di rivedere le regole comuni in materia di aiuti di stato così da permettere un sostegno pubblico (statale e regionale) laddove necessario, mentre a Michel Barnier si vuole portare l’attenzione del problema di accesso al credito e dell’assenza di un mercato cinematografico comune. “Ci sono problemi di distribuzione e c’è un’enorme difficoltà ad accedere al credito”, ricorda Tajani. A Johannes Hahn (Politiche regionali) si intende chiedere di utilizzare parti dei fondi per le regioni a sostegno di politiche che coniughino sviluppo del cinema e impulso al turismo. La commissione lavora alla protezione del cinema europea: dopo Hollywood e Bollywood è in arrivo “Eurowood”? A Vassiliou e Tajani il compito di dare una risposta. “Tra cinque-sei mesi” ci sarà un incontro tra i commissari Ue interessati e l’industria del cinema per fare un primo punto della situazione, fa sapere Tajani. Allora si potrà avere un quadro più chiaro sul futuro del cinema.
R.G.