La Commissione europea dichiara guerra al terrorismo informatico. Attraverso il progetto “Clean It”, l’esecutivo comunitario si fa promotore di un processo che porterà gli stati a sviluppare un sistema di scambio delle informazioni sugli attacchi di hacker e condivisione dei metodi di difesa dal cyber-crime. “Clean It” già dal nome suggerisce il tema al centro del progetto: in inglese clean it può essere tradotto come “pulisci”, ma anche “ripulire le tecnologie dell’informazione”, per via dell’acronimo It che indica proprio le tecnologie informatiche (It- Information technology). L’Ue, a dire il vero, in questo progetto si limita a svolgere il ruolo di “facilitatore”, del soggetto cioè chiamato a mettere insieme tutte le parti interessate per aiutarle a sviluppare questa rete. “Non ci sarà nessuna proposta legislativa né alcuna direttiva dell’Unione europea”, ha fatto sapere Michele Cercone, portavoce del commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom.
L’iniziativa si rivolge agli stati: il progetto “Clean It” risponde infatti all’esigenza di maggiore sicurezza nazionale. A promuovere questa condivisione di informazioni e sistemi di difesa è stato il ministero degli Interni dei Paesi Bassi, che ha trovato subito apprezzamento tra molti governi degli stati membri dell’Ue. Non tantissimo, per la verità, dato che meno di mezza Unione europea ha risposto alle sollecitazioni olandesi. A oggi appena dieci governi hanno aderito al progetto (Paesi Bassi, Germania, Gran Bretagna, Belgio, Spagna, Ungheria, Romania, Austria, Danimarca e Grecia). Ma Clean It si rivolge anche ai privati, e in particolare a quei soggetti che sono chiamati a fornire ai governi gli strumenti di difesa dai crimini on-line. “L’obiettivo è proprio quello di sviluppare un dibattito tra settore pubblico e privato per una migliore gestione della lotta al terrorismo informatico”, spiega Cercone. Le consutazioni già in atto si concluderanno “a inizio 2013”, e già da allora si potrà iniziare una prima fase operativa del progetto. Sperando che nel frattempo si potrà avere un coinvolgimento degli altri paesi al momento non interessati.