“L’assoluta sicurezza di internet è un mito”. Con queste parole Troels Oerting, responsabile del futuro Centro Europeo contro il cybercrime “EC3”, si è presentato alla Commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro del Parlamento Europeo. E scherza, per essere chiaro fino in fondo, ammonendo che: “Se avete una ricetta importante come quella della Coca Cola non tenetela su internet”, perché l’inviolabilità dei dati online non può essere garantita. EC3 è un ramo dell’Europol che si occupa di contrastare i principali reati online quali intrusione, frode, sfruttamento sessuale infantile e furto della proprietà intellettuale.
Oerting si dice preoccupato per il dilagare del cyber crime, fenomeno favorito dalle stesse caratteristiche – velocità, anonimato e delocalizzazione geografica – che sono alla base del funzionamento della rete. Nel mare magnum di internet i reati online possono essere commessi facilmente e velocemente da chiunque – tanto da un singolo teenager particolarmente acuto, quanto da una grande organizzazione criminale. Per l’EC3 tra i primi ad usare internet per il furto di dati al fine di ottenere vantaggi più diversi ci sarebbero alcuni Servizi di Intelligence,seguiti da attivisti di organizzazioni di protesta “antisistema” o da semplici hackers.
Stando ai dati esposti da Oerting ogni giorno vengono inviati 200 miliardi di messaggi spam, spesso con intenti fraudolenti e capaci di compromettere la sicurezza dei pc dei destinatari. Ma con 3,4 miliardi di indirizzi IP attualmente attivi – si stima che toccheranno presto quota 4,2 miliardi – sarà sempre più difficile, per le forze dell’ordine, risalire agli utilizzatori in caso di reati. Tanto più se si considera che alcuni Internet Service Provider fissano tariffe che possono arrivare fino a 25 euro per ogni indirizzo di cui forniscono l’identità associata. Una spesa, questa, che non tutti i Paesi possono permettersi di sostenere.
Ecco, allora, emergere come il Centro Europeo contro la cybercriminalità (EC3) potrà rivestire un ruolo importante ponendosi come organismo sovranazionale capace di coordinare gli sforzi dei 27 stati e fornendo loro gli strumenti adeguati – sviluppati grazie ai fondi della Commissione – per fronteggiare i crimini on line.
Le parole di Oerting suonano incoraggianti ma il lavoro di EC3 sarà costoso: “Se la sicurezza on–line è un mito, lo è anche il fatto che sia impossibile sconfiggere i cyber criminali. E’ difficile, ma non impossibile. Per farlo, però, occorrono fondi. Dunque la domanda che dobbiamo porci non è se possiamo permettercelo, ma, piuttosto, se possiamo permetterci di non investire in questo progetto”.
Loredana Recchia