Il miele, è arcinoto, le api lo fanno con il polline e il nettare dei fiori. Per la Commissione europea non è più vero: il polline è solo un “costituente” del miele, quindi un gradino sotto un “ingrediente” e dunque, se anche è pieno di Ogm, non importa, non c’è neanche bisogno, in linea generale, di far sapere che potrebbe esserlo. Tutto questo è stato deciso oggi, appena un paio di giorni dopo le terribili scoperte dei ricercatori francesi sui tumori causati dagli Ogm.
La Commissione europea ha proposto una modifica della legislazione comunitaria in base alla quale il polline diventa un “costituente” e non più un ingrediente del miele, e quindi si applicherà al delizioso alimento una soglia di tolleranza più alta per far scattare l’obbligo di precisare in etichetta l’eventuale contaminazione da Ogm. La modifica per diventare efficace dovrà essere approvata anche dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue.
La legislazione Ue sull’etichettatura degli Ogm, spiega una notizia dell’agenzia TMNews, sempre molto attenta a questa materia, stabilisce che la presenza accidentale (o contaminazione) di materiale transgenico va indicata obbligatoriamente in etichetta quando supera la soglia dello 0,9%, per ogni singolo ingrediente. Il polline, va sottolineato, è presente nel miele in quantità marginale rispetto agli componenti raccolti dalle api (come acqua, melata e nettare). Considerare il polline come un ingrediente o come un ‘costituente’ ha conseguenze completamente diverse ai fini dell’obbligo di precisare l’eventuale contaminazione da Ogm nel prodotto commercializzato. Infatti, se un vasetto di miele contiene polline contaminato con Ogm in quantità consistente, anche molto superiore allo 0,9%, questo difficilmente apparirà con un’analisi sulla presenza accidentale di materiale transgenico condotta su tutto il prodotto (invece che sul solo polline), e non sarà sufficiente dunque a far scattare l’obbligo di etichettatura