L’Unione europea chiude il 2011 con un avanzo di bilancio. Dei 128,3 miliardi di budget a disposizione ne sono stati spesi 126,5, e nelle casse dell’Ue restano quindi 1,8 miliardi. Lo rileva la Commissione europea nel rapporto finanziario sul budget europeo del 2011, presentato oggi. Lo studio spiega come sono stati ripartiti e spesi i soldi, mostrando un’Unione europea virtuosa nella gestione dei fondi e sostenibile da un punto di vista delle spese per il suo funzionamento. Se da una parte nel 2011 si è riusciti a mettere da parte qualcosa, dall’altra il rapporto mette in risalto come “solo il 6%” dell’intero budget – pari a 7,9 miliardi – sia stato riservato all’amministrazione (pagamento degli stipendi e delle pensioni del personale, costi di gestione e manutenzione degli edifici, costo per computer e internet, sicurezza). Il rimanente 94% del budget dell’Unione è servito a finanziare progetti in diverse aree nei ventisette paesi membri.
Complessivamente nel 2011 sono stati erogati agli stati 117,3 miliardi di euro (solo quattro paesi – Polonia, Spagna, Francia e Germania – ne hanno ricevuti più di dieci). Di questi la fetta più consistente è andata all’agricoltura, settore che ha attratto da solo quasi la metà delle spese europee (56 miliardi, 42,5 dei quali spesi “stabilizzare la difficoltà finanziaria” di 7 milioni di contadini in tutta l’Ue). La seconda voce di spesa, nel 2011, è stata rappresentata dai fondi strutturali e di coesione (che hanno visto affluire, complessivamente, 42,4 miliardi), seguita dalla voce “competitività per la crescita e l’occupazione” (dove sono stati investiti in totale 11,5 miliardi). In questa voce specifica 6,6 miliardi sono stati destinati alla ricerca, 836 milioni per lo sviluppo delle reti di trasporto trans-europee e 462 milioni per accrescere la competitività delle piccole e medie imprese. Circa il 6% del bilancio dell’Unione europea (6,9 miliardi) è stato poi destinato ad attività al di fuori dei confini Ue (per aiutare 47 paesi in via di sviluppo tra America Latina, Asia e Africa meridionale, e i paesi del sud del Caucaso e del sud del Medio oriente).