Petrini: “L’identità europea è nel nostro mangiare”
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Sono partiti da tutta Europa per prendere parte alla Good Food March, la marcia del cibo buono. Sono arrivati a Bruxelles con trattori, biciclette, striscioni, musica e bandiere e hanno cambiato per un giorno il volto della piazza antistante il Parlamento europeo. Sono i contadini e gli allevatori delle produzioni biologiche e sostenibili, arrivati in Belgio per chiedere una Politica agricola comune (Pac) più vicina ai piccoli produttori. Dopo la manifestazione alcuni dei loro rappresentanti insieme a Slow Food e Arc2020 (una piattaforma di oltre 150 organizzazioni della società civile), hanno incontrato Dacian Cioloş, commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, e gli europarlamentari che si stanno occupando della Pac per discutere della riforma. Paolo De Castro (Pd S&D), presidente della Commissione agricoltura, nel suo intervento ha sottolineato la principale novità di questo provvedimento: “Per la prima volta ci sarà la codecisione e quindi il voto decisivo del Parlamento, unico organo democraticamente eletto dell’Ue. Questo vuol dire che sarà data più voce alla società civile”. Cioloş, che ha partecipato all’intero dibattito ascoltando tutti gli interventi, ha assicurato che da parte della Commissione ci sarà – e a suo dire c’è già stata – la massima disponibilità ad ascoltare la voce dei produttori “ma senza dimenticare che una tale riforma è il risultato di tanti compromessi, come è giusto che sia in una democrazia. Un compromesso che si deve però costruire in maniera trasparente anche a partire dalle idee che la società esprime”.
La situazione però non è certo facile se, ad esempio, un contadino rumeno intervenuto nel dibattito ha parlato di “leggi che hanno favorito soltanto il mercato e le grandi multinazionali togliendo il lavoro e quindi la vita a tanti piccoli produttori”. “Tutto questo deve cambiare” ha chiesto l’uomo che ha simbolicamente indossato una giacca nera in segno di lutto per quella che ha definito “una vera e propria strage di contadini iniziata con l’ingresso della Romania nell’Ue”.
È stato Carlo Petrini, presidente di Slow Food, a fare il punto delle richieste dei movimenti sociali e contadini: “Abbiamo ricercato l’identità europea in tanti settori: dalla religione all’arte, e certamente nell’imprescindibile Mercato. Mai ci è venuto in mente che una parte della nostra identità europea sta nel nostro modo di coltivare la terra, di produrre cibo di qualità, di cucinare e consumare quel cibo”. Il gastronomo ha elencato le 6 principali richieste al Parlamento europeo: “Vogliamo una Pac che aiuti i giovani a tornare a fare questo mestiere bellissimo, che si fondi sulla sostenibilità e non sulla sovrapproduzione, che tenga a cuore la biodiversità vera forza della nostra madre Terra, che riduca i costi amministrativi per la piccola agricoltura, che finanzi la ricerca e l’innovazione volte a trovare soluzioni compatibili con l’ambiente, che rifletta sulle produzioni animali e metta in campo provvedimenti tesi a trasparenza e tracciabilità”. Tutto questo perché, ha concluso Petrini, dobbiamo ricordarci sempre che “il cibo deve servire per vivere e non per morire, per guarire e non per ammalarsi, per proteggere la natura e non per danneggiarla, per costruire futuro non per saccheggiare il presente”.
Alfonso Bianchi ©Eunews
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