E alla Bce “Vincoli i prestiti al sostegno dell’economia reale”
“Se c’è tanta speculazione finanziaria la colpa è del fatto che sono le attuali regole a favorirla. Per uscire dalla crisi abbiamo invece bisogno di investimenti a lungo termine nell’economia reale”. L’analisi del presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, è chiara. Il professore, già ministro e sottosegretario della Repubblica italiana nonché membro della famosa “Commissione Attali” che fu creata da Sarkozy in Francia, critica le misure anti-crisi europee: i Project Bond “perché sono limitati a pochi settori” e le operazioni di rifinanziamento a lungo termine della Bce perché “sono limitate ai tre anni e non vincolate al sostegno dell’economia reale”. Il professore è venuto a Bruxelles per incontrare una delegazione di europarlamentari italiani e per prendere parte al seminario organizzato dal gruppo dei Socialisti al Parlamento europeo sugli strumenti finanziari innovativi per superare la crisi.
Il problema al centro della discussione è stato il sostegno alla crescita. Questo, secondo Patrizia Toia, vicepresidente del gruppo dei S&D, può essere dato solo dall’Europa: “A causa della mancanza di risorse pubbliche molti paesi vogliono ridurre il contributo che danno al bilancio europeo e non capiscono invece che la crescita ha bisogno di più politica europea”. E su questo punto Bassanini è stato chiaro: “Solo gli investimenti di lungo termine possono garantire la crescita”. I capitali europei vengono invece investiti nelle speculazioni finanziarie, questo perché, secondo il professore, “le regole attuali favoriscono le speculazioni, basterebbe invece eliminare i lacci che rendono più difficili gli investimenti a lungo termine”.
E tenendo presente i rigorosi vincoli ai bilanci pubblici del Fiscal Compact è fondamentale allora creare le condizioni per incrementare gli investimenti dei privati e degli investitori istituzionali. “Gli investimenti a lungo termine – ha spiegato Bassanini – sono a lungo termine nei ritorni economici ma mettono subito in moto la creazione di posti di lavoro. Pensiamo agli investimenti in fibra ottica, riguardano per il 75% il settore dell’edilizia perché si tratta di installare canalette, scavare etc. E questo crea immediatamente occupazione”. Ma le banche non finanziano questi investimenti perché li ritengono poco redditizi e puntano perciò sulle speculazioni. “Noi invece dobbiamo creare le condizioni per spostare i capitali su infrastrutture ed economia reale. È un dovere politico ed etico”.
E su questo il professore punto lancia una stilettata a Mario Draghi: “Io applaudo la Bce che in un momento di crisi di liquidità ha lanciato le operazioni di rifinanziamento a lungo termine. Ma queste sono limitate a tre anni e tre anni per un’impresa non sono niente. Io allungherei il finanziamento almeno ai 6 anni ma lo vincolerei a prestiti che le banche sono tenute a fare per sostenere progetti reali e infrastrutture”. L’iniezione di liquidità nel sistema bancario a un tasso dell’1% attuata da Draghi non ha invece regole e spesso ci si è trovati nella situazione paradossale che i soldi della Bce sono stati poi a loro volta prestati con interessi del 4 e 5%.
Il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, infine, ha criticato anche i tanto sbandierati Project bond: “Sono limitati a infrastrutture di trasporti, telecomunicazioni ed energia. Io li allargherei ad altri settori strategici. Dobbiamo agire in fretta”.
Alfonso Bianchi