“La disoccupazione giovanile in Italia è un problema serio, e l’Italia è uno dei più attivi utilizzatori del fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg)”. Laszlo Andor, commissario europeo per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione, riassume così l’attuale momento che sta vivendo il nostro paese e l’importanza che per noi rivestono i fondi speciali comunitari, quei mille rivoli di danaro nei quali qualcuno può trovare un temporaneo sollievo. Delle novantasette richieste di assistenza attraverso il Feg presentate alla commissione Ue tra il 2007 e il 2011, ben dodici sono italiane. Il nostro, per numero di aiuti ottenuti, è il terzo paese dell’Ue a beneficiare del Feg, e il ricorso ai fondi europei sembra destinato ad aumentare. “In questo momento la Commissione europea sta esaminando qualche richiesta italiana”, si limita a dire Andor in occasione della presentazione dei bilancio dei Feg per il 2011. Solo lo scorso anno l’Ue ha aiutato 528 lavoratori italiani, disoccupati per la crisi, a ritrovare un posto di lavoro, garantendo assistenza per 3,6 milioni di euro. Nel caso specifico gli aiuti sono stati garantiti a persone attive nel settore edile, ma dal 2007 – anno in cui è stato istituito il fondo – l’Italia ha ricevuto assistenza anche in altri comparti. Nel 2008, ad esempio, ricevette aiuti per 27,3 milioni di euro a sostegno delle industrie tessili in Sardegna, Lombardia e Toscana.
A distanza di anni l’Italia ancora ha bisogno dell’Unione europea per tamponare una crisi che brucia posti di lavoro e riduce la forza economica del paese. Ma in questo il nostro paese non è solo: nel 2011 al fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione hanno attinto altri undici stati (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Repubblica ceca), con l’Ue che ha erogato 128 milioni di euro a sostegno dell’occupazione. Un indice dell’utilità dello strumento – ma soprattutto la delicatezza del momento – il fatto che lo scorso anno Repubblica ceca e Grecia hanno ricevuto un finanziamento del Feg per la prima volta.
“Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione si dimostra uno strumento efficace ed efficiente all’indirizzo di coloro che hanno perso il lavoro”, commenta Andor, assicurando che “farò di tutto per convincere tutti gli stati membri a mantenere questo fondo”. Il Feg, continua, “è un’espressione concreta della solidarietà europea ed è uno strumento pratico che aiuta le persone e le regioni a riprendersi dai licenziamenti su ampia scala”.
R.G.