Toccata e fuga di Connie Hedegaard in Commissione europea. La responsabile per l’Azione sul clima partecipa alla riunione settimanale del collegio, l’ultima prima delle ferie, fa approvare la proposta di modifica del mercato dei diritti delle emissioni di CO2, e poi se ne va via subito, per tornare tra più di un mese, a settembre. L’attività della Commissione è ormai agli sgoccioli e che un commissario vada in ferie non sarebbe cosa strana. Ma nel caso di Hedegaard qualche stranezza c’è.
La commissaria oggi ha presentato un’attesa proposta di rimodulazione dei tempi delle aste dei certificati di emissioni dei gas a effetto serra, resasi necessaria dopo il crollo del valore di questi titoli. Dopo un lungo e articolato dibattito, che ha segnato forti divisioni (in Italia ha visto il nostro più grande consumatore e detentore di questi certificati, Enel, sul fronte opposto a quello di Confindustria) si è deciso di mettere in vendita meno ‘diritti a inquinare’ per il periodo 2013-2015, per tenerne altro il prezzo così da poter continuare a finanziare – in questo periodo – gli investimenti nelle tecnologie rinnovabili, che proprio con quei soldi sono alimentati. Un accordo di enorme importanza per tutta l’industria europea, oltre che per la lotta contro il cambiamento climatico, in un momento di crisi economica pesantissima.
La Commissione però non prevede che Hedegaard scenda in sala stampa a presentare il suo pacchetto di riforme, e lascia ai comunicati stampa e al suo portavoce il compito di fornire spiegazioni. Scelta legittima, per carità. Ma di fronte a una decisione di simile peso è ragionevole pensare che i giornalisti possano chiedere di avere interviste con la diretta interessata. Cosa che puntualmente si verifica, con dei corrispondenti che chiedono di poter parlare direttamente con Hedegaard. Ma a questa domanda il suo portavoce, lo spagnolo Isaac Valero Ladron, dà una risposta che non ammette repliche. “Un’intervista? Non è possibile. Hedegaard non è qui, torna a settembre”. Possibile? Possibile che un commissario che presenta proposte di riforma di una tale rilevanza al mattino, alle 12:30 sia già fuori Commissione? Delle due l’una: o Hedegaard aveva trovato un vantaggiosissimo last minute che non voleva perdere, oppure il suo portavoce ha maldestramente, molto maldestramente, celato la volontà di evitare un confronto con la stampa su un tema così delicato. Chissà perché temiamo che la risposta giusta sia la seconda.
R.G. ©Eunews.it