La crisi dell’Euro? Nessuna risposta. Grecia fuori dalla moneta unica? Silenzio. Misure anti-crisi da adottare nell’immediato? Niente da dichiarare. Mentre Jose Manuel Barroso pranza con Mario Draghi, mentre commissari, ministri e anche funzionari, sono al lavoro per salvare la moneta unica, in sala stampa delle Commissione europea va in scena il gioco del silenzio. Interpellati su questione di stretta attualità i portavoce dell’esecutivo si trincerano dietro le ormai solite risposte di rito. “Non abbiamo nulla da aggiungere a quanto è stato detto negli scorsi giorni” e “non commentiamo voci o scenari speculativi”, le risposte fornite dalla Commissione.
Un compito toccato ad Antoine Colombani, portavoce del commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia, ma per un giorno “prestato” agli Affari economici e monetari. Il portavoce di Rehn, Simon O’Connor, non è potuto venire al briefing ed è quindi toccato a Colombani sostituirlo. Le domande non potevano che vertere su Grecia, crisi ed Euro. Un giornalista chiede commenti sulle dichiarazioni di Wolfgang Schaeuble, il ministro delle Finanze tedesco, che paventa rischi bancarotta per il paese ellenico e vaticina uscite del paese dall’Euro. “Non commentiamo speculazioni di questo tipo”, la prima risposta di Colombani. Un altro cronista presente in sala chiede commenti sul Fondo monetario internazionale, che sembrerebbe voler bloccare gli aiuti alla Grecia. “Non ho alcun commento su questo”, la replica di Colombani. Il corrispondente de La Stampa, assiduo frequentatore degli ambienti istituzionali europei e delle attività dell’Ue, fa notare che gli spread aumentano, le decisioni definitive verranno prese a settembre dopo che tutti hanno smaltito le ferie mentre sui mercati imperversa la speculazione, Italia e Spagna sono nel mirino delle turbolenze finanziarie, per la Grecia ricomincia il gioco del “dentro-fuori”. Quindi chiede cosa l’Europa intenda fare nell’immediato, e Colombani a questo punto ha un dubbio: il giornalista forse non ha capito. “Lei sta mischiando situazioni diverse di paesi diversi”, la risposta. “Riteniamo di avere gli strumenti necessari per far fronte alla situazione, abbiamo strumenti funzionanti come l’Efsf”, il fondo salva-stati. Un giornalista francese ricorda che le disponibilità attuali del fondo sono solo 200 miliardi, non abbastanza per evitare crisi massicce e contagi. “Non ho alcun commento da fare sulla liquidità dell’Efsf”, la risposta di Colombani. Un silenzio imbarazzante che induce il portavoce dcella Commissione Ue, Alejandro Ulzurrun, a chiedere se ci siano altre domande magari su altri argomenti. Per sua fortuna la strategia funziona: si inizia a parlare di Ets, lo schema che impone un tetto massimo di emissioni di CO2. Ma anche qui la situazione non cambia: “Non ho altro da aggiungere a quello che ho detto venerdì scorso”, la risposta del portavoce di Connie Hedegaard.
L.Re.