Nel 2011 le frodi ai danni del bilancio dell’Unione europea sono calate del 35%. Non solo: il recupero di fondi dell’Ue oggetto di irregolarità e frode lo scorso anno ha permesso alla Commissione di riappropriarsi di circa 2 miliardi di euro.
E’ quanto emerge dalla relazione annuale dell’esecutivo comunitario sulla “tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea”, diffusa oggi. L’analisi ha messo in evidenza un quadro davvero positivo: come rileva la relazione Ue, rispetto al 2010 nel settore della politica di coesione i casi di sospetta frode sono diminuiti del 41%, mentre nel settore dell’agricoltura i casi sono diminuiti addirittura del 66%. Complessivamente nel corso del 2011 sono stati oggetto di frode 295 milioni di euro di fondi Ue, pari ad appena lo 0,2% del bilancio. Uno 0,2% che comunque sia “va recuperato in conformità alle regole comunitarie”, si sottolinea nella relazione. Buoni risultati anche a livello di paesi: nel 2011 “anche gli Stati membri hanno registrato progressi per quanto concerne i recuperi dai beneficiari finali, soprattutto nel settore dell’assistenza preadesione”.
Algirdas Šemeta, commissario europeo per la Fiscalità, è soddisfatto, e sulla scia dei risultati registrati esorta a fare di più. “La diminuzione del numero di frodi dimostra che la nostra determinazione nell’affrontare il problema sta portando i suoi frutti”, commenta. “Ma la battaglia – sottolinea – è tutt’altro che finita”, e c’è dunque “la necessità di ridurre ulteriormente le frodi a danno del bilancio dell’Unione”.
La relazione della Commissione europea esorta gli Stati membri che hanno ancora bassi tassi di recupero ad aumentare l’efficacia delle attività di recupero e a confiscare i beni “qualora i beneficiari non restituiscano gli importi oggetto di irregolarità e frode”. Così facendo, spiega Šemeta, “la Commissione conferma la sua politica di tolleranza zero nei confronti delle frodi, perché neanche un centesimo del denaro dei contribuenti deve finire nelle tasche dei truffatori”.
R.G. ©Eunews.it