Il nome del sommo bardo non può essere impunemente utilizzato come nome di una marca di birra o altre bevande. Lo ha stabilito il Tribunale dell’Ue sentenziando in una causa che vedeva opposte una ditta austriaca di produzione di bevande e la Royal Shakespeare Company, la compagnia teatrale che ha registrato il suo nome a livello europeo gia’ negli anni ’90. In un primo tempo, nel 2003, l’Uami, l’ufficio europeo per l’armonizzazione del mercato interno, aveva concesso agli austiaci làuso del marchio Royal Shakespeare. Appena se ne sono accorti attori e manager inglesi si sono ribellati: come, si usa la nostra notorieta’, il nostro lavoro, per vendere aranciate. E’ subito partita la causa, che ha demolito una ad una le motivazioni dei produttori di birra. In particolare quella che sosteneva che gli spettacoli teatrali riguardano solo unelite di persone, e non sono diretti al grande pubblico, come sarebbero invece birre e bibite analcoliche. Il Tribunale questa non poteva farla passare, come non poteva permettere che un compagnia di prodotti alimentari traesse gratuito ed indebito beneficio dal lavoro e dalla fama raggiunta dalla compagnia di attori classici inglesi. Ora eà possibile il ricorso alla Corte di giustizia, ma sembra che per la birra ci siano poche speranze.
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