Se il potere economico è sempre più transnazionale, anche la Sinistra deve diventarlo. È l’idea che ha animato l’assemblea “Another Road for Europe” che si è tenuta al Parlamento, non a caso, proprio mentre si riuniva il Consiglio europeo. L’iniziativa, promossa tra gli altri da Il Manifesto, Attac e Sbilanciamoci! e a cui ha preso parte anche la Gue e i Greens ha visto gli interventi di decine di attivisti, politici e sindacalisti europei. Tra questi Michele De Palma della Fiom che nel suo intervento è partito proprio dalla transnazionalità: “Se siamo più deboli è perché non esiste un sindacato europeo. I lavoratori invece hanno bisogno di un contratto europeo che stabilisca gli elementi del diritto alla contrattazione, i minimi salariali e l’orario un minimo di lavoro e che si batta contro la precarietà intesa come elemento competitivo”. Anche Giulio Marcon di Sbilanciamoci! ha fatto diverse proposte da lanciare in ambito Ue: affrontare in maniera diversa la questione del debito (“finora abbiamo lisciato il pelo ai mercati mentre dovremmo fargli il contropelo” ha detto); chiedere un piano straordinario di 500 miliardi di euro per un New Deal ecologico che crei 20 milioni di posti di lavoro; armonizzare la politica fiscale europea; tagliare la spesa pubblica corrente partendo da un taglio del 25% alle spese militari.
Ma ascoltando le tante proposte in sala aleggiava come una domanda a cui è stata Rossana Rossanda a dare voce: “Chi è che deve fare tutto questo? Qual è l’attore di queste battaglie?” ha chiesto la fondatrice de Il Manifesto. E non a caso uno degli interventi più applauditi è stato quello di Lorenzo Marsili, co-direttore di European Alternatives: “Sono anni che attaccano i diritti fondamentali dei lavoratori e noi non siamo stati neanche in grado di proporre uno sciopero generale europeo. Noi non siamo in grado di incidere sulle politiche europee, mentre quelli riuniti a 500 metri da noi – ha aggiunto riferendosi al Consiglio – hanno imparato a farlo fin troppo bene. Per questo anche i partiti devono rinunciare a parte della propria sovranità per un più forte partito europeo che sappia però lavorare fianco a fianco con movimenti e società civile”. Un compito non facile, soprattutto visti i poteri limitati dell’Aula di Strasburgo. “Quello che è assurdo – ha aggiunto Roberto Musacchio, ex parlamentare e storico esponente della sinistra comunista – è che il Parlamento non abbia il potere legislativo. Noi lo dobbiamo chiedere e dobbiamo rendere centrale la battaglia per una dimensione elettorale paneuropea”.
Alfonso Bianchi