La Commissione europea mette, per una volta, uno stop alla continua “concorrenza” di visibilità con il Consiglio, e decide di non tenere la conferenza stampa quotidiana nelle giornate più impegnative. Nell’opera di ‘restyling’ del Servizio stampa, dopo la riorganizzazione del consueto appuntamento di mezzogiorno con i giornalisti, con la riduzione del numero dei portavoce presente in sala, dopo aver stabilito che non ci saranno più ritardi nell’inizio dello stesso punto stampa, adesso la Commissione cancella i briefing di mezzogiorno quando coincidono con altri eventi che costringono i giornalisti ad essere altrove, come ad esempio le riunione del Consiglio europeo. Tanto, problemi di comunicazione, per come l’intende Jose Manuel Barroso, non ce ne saranno, visto che la tradizione delle prime colazioni “segrete” con alcuni giornalisti scelti a piacere continuerà a svolgersi, la mattina del secondo giorno del vertice. Quindi, con quelli a cui tiene, il capo della Commissione continua a parlare comunque. E poi il pomeriggio riparla con tutti, accanto ad Herman Van Rompuy, nella conferenza stampa finale.
Dunque, uno spreco di tempo (e di soldi) evitato per tutti. L’annuncio è di Olivier Bailly,
portavoce dell’esecutivo comunitario. “E’ tempo di guardare in faccia la realtà”, ha detto, scherzoso, spiegando che “La realtà dei media è che non si può essere contemporaneamente in due posti diversi nello stesso momento, anche se questi due posti sono alle parti opposte della stessa strada”.
Inoltre, ha continuato Bailly, “quando ci sono appuntamenti come le riunioni del Consiglio europeo ha poco senso organizzare appuntamenti ai quali partecipano solo pochi giornalisti, spesso ce ne sono uno o due, o ai quali non ci sarebbero domande”. Da qui la decisione: “non tenere i briefing di mezzogiorno quando coincidono con altri appuntamenti di grande rilievo per la stampa”. Una prova di sobrietà.