La riforma della Pac, la Politica agricola comune, il settore che assorbe circa il 70% delle
risorse comunitarie, entra nell’agenda dei lavori del Parlamento europeo. Dopo le discussioni in Commissione europea e l’esame in Consiglio Ue, approda per la prima volta in Parlamento la proposta della Commissione Barroso per la politica agricola del post-2013. Oggi la commissione Agricoltura ha presentato i rapporti del relatore (Luis Manuel Capoulas Santos, S&D), su cui si inizierà a lavorare verosimilmente da novembre. Il 9 luglio si aprirà il termine per la presentazione degli emendamenti (adesso sono ‘solo’ 700 quelli della commissione Agricoltura) per poi iniziare il dibattito con tutti i gruppi politici a settembre, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva. Il dibattito si intende chiuderlo per fine ottobre così da avere a novembre un testo finale di compromesso.
Ma attenzione, perché Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura mette subito in chiaro che non si deciderà nulla finché non si avrà un quadro chiaro e definito di quanto sarà destinato al settore per i prossimi anni. “Aspettiamo di capire di quanto sarà la dotazione per l’agricoltura nel programma finanziario pluriennale” 2014-2020, dice. Non solo: lancia anche un chiaro avvertimento a Commissione e Consiglio: “E’ fondamentale che venga raccolto il contributo del Parlamento europeo, altrimenti credo che sarà difficile chiudere il dossier per la fine della presidenza irlandese (giugno 2013, ndr)”.
De Castro ricorda che il tempo stringe, e che – data la complessità del dossier e gli interessi in gioco – “ci possono essere difficoltà nei tempi di approvazione”. La nuova Pac dovrà entrare in vigore l’1 gennaio 2014, ma perché ciò sia possibile occorre sciogliere tutti i nodi entro giugno 2013. Altrimenti – per la pausa estiva delle istituzioni Ue, le elezioni politiche in importanti stati membri come la Germania e la formazione della nuova Commissione europea – si avrà uno slittamento. I lavori sono appena cominciati e ancora non sono entrati nel vivo, ma il Parlamento già affila le armi e promette battaglia.
Emanuele Bonini ©Eunews.it