Anche gli italiani stanno perdendo fiducia nell’Unione europea, secondo quanto emerge da un sondaggio condotto dall’Istituto Swg in esclusiva per Agorà, su Rai Tre. Hanno ragione, l’Ue, da anni, non c’è più. Al suo posto un bel tavolo intergovernativo, dove i più forti, o i più testardi, hanno le cose in pugno. Questi governi hanno inviato a Bruxelles commissari mediocri, hanno scelto un presidente permanente del Consiglio che più grigio e meno carismatico, non si poteva. Un uomo come Herman van Rompuy, che fino ad oggi non si è distinto per nessuna iniziativa “propria”, che non ha neanche saputo usare, come pure aveva annunciato “la vasellina, come sa fare ogni politico belga, per spingere gli altri all’intesa”. Per non parlare della politica estera, in mano ad una del tutto incapace (ed arrogante) Catherine Ashton.
La Commissione purtroppo anche lei sta allontanando i cittadini dall’Europa. Sempre meno informazioni ai giornalisti, sempre meno trasparenza, ma sopratutto sempre meno volontà di imporsi sulle cancellerie più influenti. Si espone invece la Commissione, coprendo gli Stati, come mastino dei paesi in difficoltà, dove viene vista lei come la cattiva, quella che impone sacrifici ingiusti. Autorevoli sindacalisti irlandesi ci hanno raccontato che “nella troika che controlla i nostri bilanci, i più duri, quelli che più hanno chiesto modifiche del mercato del lavoro, sono stati proprio i rappresentanti della Commissione”.
A Bruxelles, nei quartieri più poveri, circolano volantini anonimi che attaccano i funzionari europei, ritenuti i colpevoli dei tagli che il governo sta realizzando. Eppure Jose Manuel Barroso in realtà fu tra i primissimi a chiedere interventi rapidi, all’inizio della crisi, ma lo ha fatto senza crederci, senza il nerbo necessario. Senza l’autorevolezza che dovrebbe avere nei riguardi dei capi dei governi più importanti.
E così purtroppo anche elettori come quelli italiani, tradizionalmente tra i più vicini all’Unione, perdono fiducia. Secondo lo studio presentato oggi nel 2012 la fiducia degli italiani nell’Ue si attesta al 32 percento, registrando una perdita di più di 20 punti percentuali (-22%) rispetto a soltanto due anni fa (54% nel 2010). Molto al di sotto della soglia del 50 percento anche la fiducia degli italiani nell’euro, che si attesta al 35 percento; mentre il 35 percento degli intervistati sarebbe favorevole all’eventuale uscita dell’Italia dall’Unione Europea. Dall’ingresso nell’Ue, l’Italia ha tratto gli stessi vantaggi e svantaggi secondo il 36 percento degli italiani, più vantaggi secondo il 27 percento, più svantaggi per il 22 percento, né vantaggi né svantaggi per il 15 percento degli intervistati.
Se nell’Unione in generale non c’è più molta fiducia, qualcosa resta per il Parlamento europeo che ha un indice attorno al 50%.
L.R. ©Eunews.it