Nell’Europa dell’Est la dominazione sovietica, che in maniera un po’ generica lì viene definita “il comunismo”, ancora, e giustamente, brucia. Forte è il movimento che cerca ancora un indennizzo per le vittime, un risarcimento per le pene sofferte e le occasioni mancate. Nel Parlamento europeo c’è anche un gruppo, interpartitico, “Riconciliazione delle storie europee” che si occupa di questa questione.
Domani si terrà un convegno, a Bruxelles, dal titolo esplicito: “Definizione legale dei crimini comunisti”, organizzato dalla presidente del gruppo della Riconciliazione, la popolare lettone Sandra Kalniete, ex Commissaria alla Pesca. Obiettivo, spiega la parlamentare, è “cercare un nuovo modello di giustizia internazionale che potrebbe finalmente saldare il debito etico, morale e giuridico che l’Unione europea ha verso i suoi cittadini che hanno subito gravi violazioni dei diritti umani dal dominio totalitario comunista e verso gli autori di queste violazioni”.
La conferenza riunirà esperti legali, rappresentanti di istituzioni e organizzazioni che si occupano di questo passato totalitario (che in alcuni Paesi, come la Bielorussia, è un presente, mentre in Ukraina e in Russia il passaggio alla democrazia è ancora incompiuto), le associazioni delle vittime provenienti da almeno 16 paesi europei. Il parterre ha come vedette ex presidenti del Parlamento europeo come Jerzy Buzek e Hans-Gert Pöttering.