Mario Draghi domani farà un incontro pubblico a Bruxelles, ma non si potrà dire che quel che dirà l’ha detto lui, lo si potrà solo dedurre, immaginare, supporre. Sappiatelo.
Da un paio di mesi per domani è fissato un incontro del presidente della Banca centrale europea al prestigioso think thank brussellese European Policy Centre, e la gente ha fatto a gomitate per esserci. Il successo è stato strepitoso, nonostante una pur selezionata lista di inviti sono arrivate ben oltre 200 adesioni, moltissime da parte di giornalisti, e l’organizzazione ha dovuto lavorare a mille per la riuscita dell’evento. Venerdì sera, però, l’uomo di Francoforte deve aver avuto un ripensamento, ed ha chiesto che l’incontro si svolga secondo le regole “Chatham House”: si potrà scrivere quello che lui dirà, ma non si potrà dire che l’ha detto lui. Una mail in questo senso è stata inviata ai giornalisti che parteciperanno. Dunque la situazione è questa: tutta Bruxelles sa che domani Draghi parlerà all’Epc, i giornalisti racconteranno che “in un incontro organizzato dall’Epc un’autorevole fonte delle Bce ha detto che…”, e i lettori dovranno mettere insieme i pezzi. Il gioco durerà tra i quattro e i cinque secondi.
Con 250 ospiti, buona parte dei quali giornalisti, una richiesta del genere, a poche ore dall’incontro, è irricevibile, nel senso che non è più possibile garantire la riservatezza richiesta, se tutti sanno chi parla e dove, a meno di chiudere le porte in faccia a molti invitati (a cominciare dai giornalisti, che hanno il dovere di informare). Quindi Draghi ci ha provato, ma non riuscirà a nascondersi dietro un dito. Meglio così, quello che si decide a Francoforte ci riguarda tutti, meglio saperlo. Tanto, i segreti veri non vengono fuori neanche con il metodo “Chatham House”.