La Cina preoccupa il Parlamento europeo. Misure protezionistiche che frenano l’export Ue verso il gigante asiatico, “concorrenza sleale”, ma soprattutto detenzione di debito pubblico comunitario nelle casse di Pechino. Tanto che un preoccupato Claudio Morganti, deputato della Lega- Efd (Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia) ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per sapere “quale sia la quantità e la percentuale del debito di ogni Paese dell’Ue, detenuto dalla Repubblica Popolare Cinese, sia in maniera diretta che attraverso soggetti ad essa riferibili”. La richiesta dell’eurodeputato del Carroccio è stata presentata in occasione degli ultimi lavori del Parlamento Ue a Strasburgo, dove è emersa una generale preoccupazione per i rapporti Ue-Cina.
Mercoledì l’Assemblea ha adottato una risoluzione con cui impegna le altre istituzioni europee ad “agire unita contro la concorrenza sleale della Cina e per ripristinare l’equilibrio negli scambi commerciali”. In questa ottica per i parlamentari europei il primo passo dovrebbe essere quello di ottenere “un quadro chiaro della penetrazione cinese nelle economie europee”, con la creazione di un organismo preposto al controllo degli investimenti cinesi nelle nostre imprese e degli acquisti di debito sovrano dei Ventisette. Si tratterebbe di un organismo di controllo dell’Ue, simile al “Review Board” degli Stati Uniti, che sarebbe in grado di fornire una valutazione ex-ante degli investimenti strategici stranieri. I deputati invitano inoltre la Banca centrale europea a collaborare con gli Stati membri per individuare i detentori di debito sovrano nella zona euro. Da qui l’iniziativa di Morganti, che ha presentato l’interrogazione alla Commissione europea per conoscere la situazione del debito Ue detenuto dalla Cina. Un’iniziativa, spiega Morganti, presentata “alla luce delle preoccupazioni espresse dall’Europarlamento, in plenaria, sui rapporti tra l’Ue e la Cina”.
L’esponente del gruppo degli euroscettici Efd rileva che “negli ultimi mesi si è assistito, in diversi Stati membri, in particolar modo in quelli dell’Eurozona, a profonde difficoltà per rifinanziare i debiti pubblici e da più parti si è chiesto un intervento di ‘soccorso’ proprio alla Cina”. Una situazione dagli sviluppi poco chiari e ancor meno rassicuranti, a detta di Morganti. “La detenzione di rilevanti quote di debito sovrano dei Paesi Ue – denuncia – ha ingentissime ripercussioni politiche”. Da qui l’esigenza di scrivere alla Commissione. “Ho ritenuto opportuno rivolgermi all’Esecutivo Ue per sapere quale sia la quantità e la percentuale del debito di ogni Paese dell’Ue, detenuto dalla Cina”.
Emanuele Bonini ©Eunews.it