Herman van Rompuy e Jose Manuel Barroso dovranno presentare, per fine giugno una serie di proposte credibili per rilanciare la crescita in Europa. Per il momento sembrano cavarsela così i leader dei ventisette, dopo questa cena organizzata dal fiammingo per discutere del rilancio dell’economia e dell’occupazione nella quale non si sta trovando alcuna intesa. Françoise Hollande e Mario Monti, dopo un bilaterale che si racconta di grande successo, hanno portato a tavola il loro piatto più noto, gli eurobond con golden rule, ma Angela Merkel, sempre più isolata, ha rifiutato la pietanza.
Sembra che un bel po’ di spazio, nonostante le buone intenzioni della vigilia di occuparsi solo di misure per la crescita, lo abbia occupato l’analisi della situazione in Grecia e in Spagna. Fino all’una di notte il vertice andrà avanti, lo ha fatto sapere Hollande, che per quell’ora ha fissato la sua conferenza stampa. Gli equilibri stanno cambiando in Europa, e non è una cosa facile. Hollande si è rivelato essere un osso duro per Angela Merkel. Anche simbolicamente il nuovo corso dell’Eliseo si allontana dall’era Sarkozy: se l’ex presidente spesso alimentava polemiche perché per spostarsi da Parigi a Bruxelles (300 chilometri) usava anche due aerei di stato, Hollande ieri è arrivato in treno (un’ora e venti) ed ha portato con se anche il premier spagnolo Mariano Rajoy.
Qualcosa però a giugno ci sarà di sicuro. Ci saranno i project bond, titoli di debito europei legati a specifici progetti e per un somma ancora piccola, 4,6 miliardi, sui quali l’accordo è definitivo; ci sarà il potenziamento del capitale della Banca europea per gli investimenti, perché possa prestare di più. Avanzano poi altri progetti, come la condivisione tra i Ventisette delle garanzie sui debiti degli stati per la parte che eccede il 60% (cosa molto importante per l’Italia, che vedrebbe abbassare così i suoi tassi di interesse) o la tobin tax, l’imposizione sulle transazioni finanziarie internazionali, che ieri ha avuto una importante approvazione, anche se solo politica, a larghissima maggioranza nel Parlamento europeo. Si lavora anche sulla proposta della Commissione e della presidenza danese di dare una garanzia europea ai depositi bancari fino a 100.000 euro così già come avviene in alcuni stati, tra i quali l’Italia. L’operazione sarebbe necessaria per evitare la corsa ai prelievi, temuta in Grecia e Spagna.
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