Quasi la metà degli europei, il 47%, è d’accordo con Mario Monti e Françoise Hollande (e, da qualche tempo, anche la Commissione si sta schirando su questo fronte): la combinazione di tagli alla spesa pubblica con misure volte a promuovere la crescita economica è il modo migliore per porre fine alla crisi economica.
Secondo un sondaggio di Eurobarometro del Parlamento europeo diffuso oggi più della metà degli intervistati (il 55%), dice che queste misure dovrebbero essere coordinate tra gli Stati membri. Come sempre i cittadini si dimostrano più europeisti di molti dei loro governi. C’è però un solido 38% (il 3% in più sulla rilevazione del settembre scorso) che vorrebbe che il proprio paese andasse da solo. All’interno della zona euro, il 61% dei cittadini favorisce il coordinamento, rispetto al 43% di quelli al di fuori dalla moneta unica. La maggior parte degli europei (80%) sostiene che l’aiuto finanziario agli Stati membri in difficoltà deve essere subordinato al rispetto di regole comuni , come prevede, in parte, anche il Fiscal compact, e che ci vogliono sanzioni contro chi viola i patti (72%). Quel 47% di europei poi si divide quasi a metà tra coloro (25%) che ritengono che la priorità di intervento deve andare alle misure volte a stimolare l’economia, mentre l’altra metà (il 23% del totale) crede che prima di tutto vada ridotta la spesa pubblica.
Se la maggior parte degli europei (66%) ritiene che la mutualizzazione di parte del debito pubblico (la proposta di redemption fund, secondo la quale si condividerebbe la parte di debito eccedente il 60%) andrebbe a beneficio solo quegli Stati membri che si trovano in gravi difficoltà, comunque il 64% ( con un aumento di 3 punti percentuali da settembre), ritiene che questa condivisione del debito dovrebbe essere fatta in nome della solidarietà. Con buona pace del governo tedesco. Ben il 66% degli europei, secondo il sondaggio del Parlamento, è a favore di una tassa sulle transazioni finanziarie. Tuttavia, vi è una differenza tra i 20 punti all’interno della zona euro (73% a favore) e quelli di fuori (53%). Un forte sostegno c’è in Italia, Grecia, Cipro, Portogallo e Spagna. “I risultati mostrano che il Parlamento europeo ha agito con lo stesso spirito della maggioranza della popolazione negli atti adottati sin dall’inizio della crisi economica. Questo dimostra che siamo sulla strada giusta e che dovremmo essere sempre più coinvolti in tutte le decisioni adottate a livello Ue”, dice il vicepresidente del Parlamento europeo co-Othmar Karas (PPE, AT), responsabile per la comunicazione.
Per Anni Podimata (S & D, EL), vice-presidente relatore sulla tassa per le transazioni finanziarie (che sarà votata domani), “un intervento dell’Unione europea sulle transazioni finanziarie per porre un freno sulle pratiche eccessive sta guadagnando consenso reale tra tutti gli europei”.
L’indagine è stata condotta da TNS opinion tra il 10 e il 25 marzo 2012, con interviste faccia a faccia a 26.593 cittadini europei di 15 anni e oltre.
Per accedere all’intera ricerca http://www.europarl.europa.eu/aboutparliament/en/00191b53ff/Eurobarometer.html?tab=2012_2
Red ©Eunews.it
English version
Almost half of the Europeans surveyed think that combining public spending cuts with measures to boost economic growth is the best way to end the current economic crisis, says the latest European Parliament Eurobarometer poll. Over half (55%), say these measures should be coordinated among Member States. Most Europeans also say that financial help for Member States in difficulty must be conditional on compliance with common rules (80%).
The EU must take action to reduce public spending and boost economic growth at the same time, say 47 % of respondents. As to preferences, 25% say priority must go to measures to stimulate the economy, while 23% say it must go to those that reduce public spending.
Over half (55%) would feel better protected by measures coordinated with other EU Member States, but 38% (up three percentage points compared to the previous Eurobarometer in September 2011) would prefer their countries to go it alone. Within the euro zone, 61% favoured coordination, compared to only 43% outside it.
Although they favour solidarity, most Europeans say financial help for Member States in economic or financial difficulty must be made conditional upon compliance with common rules (80%), such as jointly-defined rules on deficits. They also say that penalties should be imposed when these rules are broken (72%).
Most Europeans (66%) feel that pooling part of the public debt would benefit only those Member States that are in dire straits, but 64% (up 3 percentage points), feel that it should be done in the name of solidarity nevertheless.
Most (66% – up five points) now also favour a financial transaction tax. However, there is a 20 point difference between those within the euro zone (73% in favour) and those outside it (53%). The strongest support for such a tax is found in Greece, Cyprus, Italy, Portugal and Spain.
“The results show that the European Parliament has been acting in the same spirit as that of the majority of the population in the laws and resolutions it has adopted since the beginning of the economic crisis. This proves we are on the right track and should be involved in all such decisions taken at EU level” said EP Vice-President co-Othmar Karas (EPP, AT), who shares responsibility for communication.
Vice-president and rapporteur on the financial transaction tax Anni Podimata (S&D, EL), was delighted to see “that an EU levy on financial transactions to put a brake on excessive practices is gaining real traction among all Europeans.” The European Parliament will vote Wednesday to give its opinion on the introduction of such a tax.
The “Crisis and the economic governance in Europe” is the fifth such survey, done by TNS opinion between 10 and 25 March 2012. It included face-to-face interviews with 26,593 Europeans aged 15 and over.