Il Consiglio europeo chiama, la Commissione risponde. Il progetto per la crescita e il rilancio del mercato del lavoro in stile Erasmus è già una piccola realtà. Era il 26 aprile quando Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, alla platea dello European Business Summit di Bruxelles diceva che “l’Europa deve essere in grado di fare quello che il programma Erasmus ha prodotto per gli studenti e gli studi”. Detto fatto. A distanza di neanche un mese l’esecutivo comunitario ha avviato un progetto pilota per aiutare i giovani dei Ventisette a trovare lavoro in un altro paese dell’Ue. Eccolo, l’Erasmus del lavoro: non più scambio di studenti tra università ma mobilità di giovani tra i 18 e i 30 anni in cerca di lavoro, da un paese membro all’altro.
L’idea è semplice: far incontrare domanda e offerta di lavoro, portando la manodopera qualificata non richiesta in patria in quei paesi che invece ricercano proprio quel tipo di competenze. Come ha spiegato Jonathan Todd, portavoce del commissario Ue per l’Occupazione, Laszlo Andor, “una persona con determinate competenze che non trova impiego nel proprio paese, perché magari lì non cercano una persona con quelle capacità, può invece trovare un posto di lavoro in un altro paese dove sono alla ricerca di persone come lui, con quelle competenze e con quelle conoscenze”. “Il tuo primo posto di lavoro Eures” – questo il nome del progetto pilota – intende migliorare la mobilità transfrontaliera di 5.000 persone. Il progetto Erasmus per il lavoro, in questa fase sperimentale, sarà sviluppato grazie a Italia, Germania, Spagna e Danimarca, i cui servizi per l’impiego saranno i primi a avviare questa ricerca di lavoro in Stati membri diversi da quello d’origine, in collaborazione con i servizi locali.
“Non pensiamo che questo programma risolverà tutti i problemi del mercato del lavoro”, ha detto il portavoce di Andor. “Crediamo che sia però uno strumento utile per attenuare il fenomeno della disoccupazione giovanile”. L’auspicio è che funzioni. L’Erasmus vero e proprio va avanti da 25 anni e piace sempre di più ai giovani: hai visto mai che l’esperienza si ripeta?
Emanuele Bonini ©Eunews.it
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