Bruxelles – La Grecia non uscirà dall’euro. Non lo può fare Atene, non lo può imporre il resto d’Europa. Non ci sono le regole per gestirlo, non basta nemmeno uscire dall’Ue per uscire dall’euro. C’è una sola possibilità perché questo accada: che i nazisti vincano le elezioni, in quel caso loro premeranno per uscire e gli altri ventisei spingeranno perché ci riescano.
Il dibattito su questa uscita è un dibattito disonesto. Tutto può accadere nella vita e nella storia, ovviamente, c’è anche chi si castra per far dispetto alla moglie, ma, restando su un piano di ragionevolezza, di realismo, è subito evidente che un’uscita dall’euro non sarebbe risolutiva per la Grecia. Intanto il costo, solo il costo tecnico del ritorno ad una moneta nazionale sarebbe più alto del costo del ripianamento del debito secondo il programma concordato con la troika. Noi lo abbiamo sempre sostenuto ed oggi lo fa anche Barclays. E’ una cosa di un’evidenza palmare.
Non conviene agli europei, perché se Atene uscisse tutti i crediti vantati diventerebbero carta straccia. “Solo l’Italia, perderebbe circa 40 miliardi tra prestiti diretti e la sua parte dell’aiuto internazionale”, ricorda Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo. Lo stesso vale per tutti, ed in particolare per i tedeschi, che sono i più esposti.
Le grida di queste settimane, il gioco del “poliziotto buono e del poliziotto cattivo”, che stanno conducendo molti leader Ue, sono una questione spesso più interna, più rivolta agli elettorati nazionali che ad altro. Un po’ serve a fare pressioni su Atene, perché non complichi ancora di più le cose già rese abbastanza complesse e inefficienti dalla prepotenza tedesca e dal supino subire degli altri.
Ora al governo francese non c’è più un partito della destra, guidato da un uomo con poco carattere. Ora ci sono i socialisti, e Françoise Hollande che avrà pure poco carisma ha però molto carattere, non si fa soggiogare da Angela Merkel e fa dire al suo primo ministro che “forse abbiamo aspettato troppo per aiutare i greci”. Ecco che le carte si vanno svelando, che la cancelliera ha dovuto subire le pressioni francesi e anche lei parla di un piano “per l’aiuto alla crescita”, che vuol dire dare ai greci i soldi per far ripartire l’economia e pagare i debiti. Si tenta di recuperare il tempo perduto e i soldi buttati. E’ un piccolo paese, con una piccola economia, se si abbandoneranno le posizioni di principio aiutarlo non sarà difficile, né costoso. Certo, se il popolo greco, gli elettori greci, daranno una mano, non sarebbe male.