“Abbiamo avuto settant’anni di pace e di sviluppo solo perché abbiamo provato a stare insieme…”. Per Mario Mauro, capo delegazione del Pdl al Parlamento europeo, dove è anche tra i membri della presidenza del Ppe, l’Unione europea non va messa in discussione. Al contrario, va preservata e ampliata, per arrivare alla creazione degli Stati Uniti d’Europa. “Noi del Pdl abbiamo una visione classica dell’Europa”, tiene a precisare. Cosa vuol dire questo? “Che questa Unione europea è una tappa, una tappa fondamentale per arrivare alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa”. Un processo che richiederà tempo e un percorso forse non proprio agevole, ma “io credo sia un obiettivo che si possa e si debba raggiungere”. A maggior ragione oggi, in questi tempi di crisi economica e di forti difficoltà finanziarie. “L’Europa è la risposta”, taglia corto Mauro, che lui nel progetto di integrazione ci crede, ci crede eccome. “Certo che ci credo”. Ed è proprio per questo che una propria agenda personale l’ha stilata. Il primo punto è “far crescere il dibattito all’interno del Partito popolare europeo, perché non tutti hanno una visione spiccatamente federale ed europea”. Una cosa che a Mauro proprio non va giù. Ma ce n’è un’altra che non tollera. “Herman Van Rompuy è riuscito a dire che la creazione degli Stati Uniti d’Europa è difficile da realizzare: se lo dice lui, allora si dimette”.
Mario Mauro
Van Rompuy è il presidente del Consiglio europeo, organismo comunitario per cui passano tutte le decisioni politiche e monetarie dell’Unione. Un organismo di troppo, per il capodelegazione del Pdl a Bruxelles, che al secondo punto della propria agenda personale ha inserito la questione delle riforme istituzionali. “Non dico che il Consiglio vada abolito, ma bisognerebbe contenerne le funzioni” e il ruolo. La formula di Mauro per un nuovo assetto dell’Ue, in sintesi, è la seguente: meno Consiglio e più Parlamento. “Bisogna dare più potere e più centralità al Parlamento europeo, così da diminuire il deficit di democrazia che c’è”. Parole dure e toni forti, ma Mauro non accetta che abbiano più prerogative organi e cariche non elette rispetto a un Parlamento Ue scelto dai cittadini europei. “Siamo anche per l’elezione diretta del presidente della Commissione europea”, continua Mauro, che a un’unica persona responsabile per la governance economica l’eurodeputato proprio non ci pensa. “Siamo di natura federale: noi crediamo nel rapporto tra Parlamento e Commissione”.
Mauro non teme l’Europa e non vede nel prosieguo dell’integrazione alcun pericolo. Non entra nel merito della questione, non vuole innescare polemiche, quindi non menziona né la Gran Bretagna – che teme di perdere sovranità in nome dell’Europa – né i gruppi euroscettici all’interno del Parlamento europeo, che chiedono – proprio come i britannici – più statalità e meno sovrastatalità, vale a dire meno integrazione europea. Mauro si limita solo ad una considerazione, la sua considerazione iniziale. “Ripeto: abbiamo avuto settant’anni di pace e di sviluppo solo perché abbiamo provato a stare insieme…”. A buon intenditor…
Intervista raccolta da Emanuele Bonini ©Eunews.it
Eunews ha già pubblicato, sugli stessi argomenti, un’intervista con il capogruppo Idv Niccolò Rinaldi il 9 maggio scorso e un altra con quello della Lega Francesco Speroni, il 16 maggio. Il Pd ci ha dato appuntamento il 30 maggio.