Bruxelles – Così com’è “questa Unione europea non funziona”. E’ più di una critica quella di Francesco Speroni, capodelegazione della Lega nord in Parlamento europeo, dove è anche co-presidente del gruppo euroscettico Efd. “Quando sui giornali si legge che dobbiamo salvare l’Europa, allora vuol dire che l’Europa ha fallito”, dice l’ex ministro delle Riforme. Cosa fare allora, nel momento della crisi economica, quando si inizia a ragionare su un nuovo assetto politico-istituzionale dell’Ue e il Movimento federalista europeo rilancia con forza l’appello alla creazione degli Stati Uniti d’Europa? Un passo indietro, “ridare più poteri agli stati”.
Come spiega Speroni, “l’Unione europea esiste ormai da 55 anni, dal 1957”, anno della firma dei trattati di Roma. “Abbiamo creato l’Unione europea per stare meglio, ma oggi non stiamo affatto bene. Sempre per stare meglio – continua l’eurodeputato del Carroccio – abbiamo istituito la moneta unica, ma mi pare che oggi sta meglio chi nell’euro non c’è, come Gran Bretagna, Svizzera e Norvegia”. La cosa da fare, quindi, è “rivedere i trattati stabilendo la possibilità, per chi vuole, di uscire dall’euro senza per forza di cose lasciare l’Ue”. Una presa di posizione maturata anche a seguito di una considerazione: “I cosiddetti paesi Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna, quelli più in difficoltà, ndr) sono tutti nell’euro, e questo dimostra il fallimento della moneta unica”. Quindi “per rispondere alla crisi non serve un’Europa più forte, ma serve poter uscire dall’euro”.
In questi tempi difficili si chiede sempre con maggiore insistenza un’Europa più forte, magari con un unico commissario plenipotenziario in materia economica o un presidente di Commissione Ue con maggiore peso. “Noi della Lega siamo contrari a un sistema più centralista con un ministero unico” per la governance economica. “Una simile figura non servirebbe per dirimere le divergenze tra il presidente della Commissione europea, il presidente del Consiglio europeo, il presidente di turno, il commissario Ue per gli Affari economici e monetari”. Una simile figura, denuncia Speroni, “servirebbe solo per sottrarre sovranità agli stati, e questo per noi non è accettabile”. La Lega, in Parlamento europeo, sposa dunque posizioni vicine agli euroscettici britannici. A Londra da sempre in molti mirano a non rimanere imbrigliati nel processo decisionale di Bruxelles, e temono che un rafforzamento politico dell’Ue – soprattutto all’interno della Commissione – possa ridurre la libertà degli stati. “Lo temo anch’io”, ammette Speroni. “Non a caso la Gran Bretagna è fuori dall’Euro”. Se si vuole un’Europa “davvero democratica”, allora “iniziamo col dare al Parlamento europeo l’iniziativa legislativa, come avviene in tutti i parlamenti del mondo”. Speroni l’ha proposto, con tanto di testo presentato in Parlamento, “ma la commissione Affari costituzionali ha bocciato l’idea”. A suo giudizio “anche questo dimostra che questa Europa, così com’è, non va”. Speroni si riallaccia a una sua considerazione iniziale, quella sui trattati di Roma. “Se dopo 57 anni l’Unione europea non funziona rivediamola. Non dico di gettarla via, ma rendiamola meno vincolante per gli stati, perché abbiamo visto queste direttive cosa hanno portato”.
Il progetto degli ‘Stati Uniti d’Europa, poi, “non mi piace”. Il motivo? “Non esistono i presupposti” per un simile progetto. “Come si può pensare di crearli – domanda Speroni – con stati che non hanno una storia comune, che si sono sempre fatti la guerra tra loro, con una comunità con 23 lingue? Va bene una confederazione, non una federazione”.
Intervista raccolta da Emanuale Bonini ©Eunews.it
Eunews ha già pubblicato, sugli stessi argomenti, un’intervista con il capogruppo Idv Niccolò Rinaldi il 9 maggio scorso. Nei prossimi giorni sarà pubblicata quella realizzata con il capodelegazione del Pdl Mario Mauro.