Bruxelles – Cambia il clima in sala stampa alla Commissione europea. Noi giornalisti accreditati non siamo, in generale, dei “mastini” dell’informazione dentro quello stanzone, anche perché Jose Manuel Barroso ed i suoi uomini hanno provveduto, negli anni, con determinazione, ad addormentare i cronisti che entrano lì. Ci sono sempre quelli che, giustamente, con il coraggio di combattere contro il torpore imposto dai portavoce addestrati ad addormentare, a parlare per decine di minuti di temi senza alcun interesse, a far perdere la pazienza, ma non a informare, continuano a fare il loro lavoro (e in questo pugno di colleghi brillano alcuni italiani). Sono un gruppo noto, un manipolo di una decina di giornalisti votati al mestiere, che non sono ancora stanchi (e per fortuna) di sbattere conto il muro di gomma dello staff dei circa 100 tra portavoce e loro assistenti.
Jose Manuel Barroso
Mai però come oggi Barroso deve essersi pentito di essere sceso in sala stampa. Lui ha deciso di incontrare i giornalisti per avere un palcoscenico dal quale lanciare una cima verso Hollande ed un’altra verso Merkel, per farsi tenere a galla, per mostrarsi ancora una volta un uomo buono per ogni stagione. Non è che il portoghese abbia più torti di altri leader, anzi, ha anche presentato idee buone e giuste, ma guardandosi sempre bene dal difenderle davanti ai capi di governo che l’hanno messo lì dove sta. Oggi ha convocato tutta la stampa per dire che lui, e gli altri commissari, di crescita si sono sempre occupati, che le loro proposte sono sul tavolo da tempo. E’ vero, ce le hanno messe, ma, sbadatamente, ci hanno messo sopra il cestino del pane, e nessuno ne ha dunque parlato.
Oggi Barroso ha iniziato a pagarla. Negli ultimi cinque anni mai si era vista una serie di domande tutte in attacco contro il presidente della Commissione. Gli si è chiesto perché, dopo il vertice con il vice premier cinese, non è sceso in sala stampa, ed ha glissato, mentre la sua portavoce friggeva. Poi gli è stato chiesto di commentare la presenza, corposa, di un partito neonazista nel Parlamento greco, ed anche qui è sfuggito. Poi domande sulla Spagna che chiaramente non ce la farà, ed anche qui fuga. Nessuna domanda di approfondimento sui temi che il portoghese aveva presentato nel discorso iniziale, ma una serie di richieste serie, dure, sui comportamenti della Commissione, come su cosa ha fatto per sostenere le misure che avrebbero potuto sostenere la crescita. La portavoce era nervosissima, si agitava, ha cercato di terminare la conferenza stampa anche se il suo capo andava avanti…qualcuno dice che Barroso potrebbe pagare per tutti, potrebbe essere costretto alle dimissioni per scontare la colpa di un’Europa che ha dimenticato la crescita per anni. Lui si batte perché non accada, e tanto più lo fanno i suoi tristi collaboratori per la comunicazione. Ce la farà, non sarà mandato via prima del tempo, ma il clima è cambiato, la disoccupazione aumenta, la crisi morde ovunque, non c’è più tolleranza, la Commissione non può più aspettarsela.