Bruxelles – L’offensiva europea per la crescita passa in banca. Nel raschiare il fondo di un barile quasi senza soldi oggi il vice presidente della Commissione Antonio Tajani ha annunciato un’iniziativa, che svilupperà con il collega responsabile del Mercato interno Michel Barnier, perché gli istituti di credito mettano in circolo un po’ dei soldi che hanno ricevuto in questi ultimi anni, compresi i quali 1.000 presi a prestito all’1 per cento dalla Bce.
Antonio Tajani
“Le banche non si possono tenere i soldi in cassaforte”, ha detto oggi Tajani, scrive il sito del Pdl, lanciando l’allarme sul ‘credit crunch’, il blocco dei prestiti, detto in parole povere. Prendendo spunto dal rapporto della Bce che segnala un ulteriore peggioramento per l’accesso al credito delle Pmi, Tajani ha annunciato che nei prossimi giorni assieme a Barnier invierà una lettera al presidente dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, Andrea Enria, “affinché l’applicazione di Basilea III non sia perniciosa”.
Il rapporto della Bce, dice Tajani “è un grido di allarme che chiede reazioni in tempi rapidi”. Il vicepresidente della Commissione, responsabile per l’industria, ha specificato che nella lettera al presidente dell’Eba sarà chiesta una revisione dell’applicazione delle regole di Basilea III perché sia abbassato “dal 75% al 50%” il tasso di rischio per le Pmi. “Quello dell’accesso al credito sta diventando un problema drammatico”, sottolinea il commissario italiano.
Tajani oggi è tornato poi a sollecitare per l’ennesima volta i governi dei 27, ed in particolare l’Italia, perché “sia recepita al più presto la direttiva sui ritardati pagamenti. E’ vero che il limite è a marzo 2013 ma in Europa ci sono 180 miliardi da mettere in circolazione, di cui la metà in Italia – ha sottolineato Tajani-. Le ragionerie devono capire che l’economia reale viene prima delle esigenze contabili. Se non saremo ascoltati saremo costretti a far partire le procedure di infrazione nel momento in cui saranno scaduti i termini”.