L’emozione? La tensione? La stanchezza? Le preoccupazioni per l’amico Formigoni? Sta di fatto che l’intervento di Mario Mauro oggi, durante l’audizione di Mario Draghi alla commissione economica del Parlamento, è stato certamente uno dei momenti da dimenticare nella carriera del competente e impegnato politico del Pdl.
Mauro inizia la sua domanda, che poi però precisa non essere una domanda ma una richiesta di chiarimento, salutando Draghi in greco, “tanto so che il presidente conosce bene tanto il greco quanto il tedesco”. Una frase che si presta a molte interpretazioni, nessuna però così chiara da saltare all’occhio di qualcuno, ed infatti nessuno reagisce.
Poi il capo dei deputati del Pdl affronta il problema della “flessibilità” che Draghi avrebbe annunciato nell’operare della Banca, “è il nostro unico appiglio”, dice Mauro. “Ci spiega meglio?”, chiede. Draghi è in grande imbarazzo, Mauro è un parlamentare rispettato e importante, come rispondergli quando sbaglia la domanda? “Forse c’è stato un problema di traduzione, quando avrei parlato di flessibilità?”, domanda l’uomo di Francoforte a quello di Milano. “All’inizio”, dice Mauro. “No, non ho mai parlato di flessibilità”, replica Draghi. E la cosa in aula finisce lì. Poi però Mauro esce e chiede ai giornalisti, “avete sentito anche voi quando parlava di flessibilità…”. “No, non l’abbiamo sentito”, replicano i cronisti, con qualche imbarazzo. La presidente della Commissione fa sapere che, comunque, si cercherà nelle registrazioni la fantomatica parola. Visto mai che ci fosse?