I compressori dei frigoriferi sono i più «richiesti»
In tutto il mondo ne produciamo 53 milioni di tonnellate all’anno. Di cui solo il 13 per cento viene riciclato. Si parla di E-waste ossia dei rifiuti elettronici. Montagne di pc, monitor, telefonini. E montagne di piombo, arsenico, berilio e cobalto che avvelenano la terra e l’acqua in Africa e in Asia, divenute le discariche del nostro progresso tecnologico. Con le organizzazioni non governative [private] e le autorità costrette a vigilare sulle multinazionali dell’elettronica. Ora la rete si attiva affinché proprio grazie a telefonini e computer si limitino i danni dello smaltimento illegale di questi stessi apparecchi. Un paradosso? Tante sono le iniziative in corso.
OSSERVAZIONE – Qualche giorno fa Greenpeace ha presentato la sua ecoguida online ai prodotti elettronici, confrontando i principali produttori di cellulari, televisioni e Pc in base alle loro politiche e al loro operato sulla riduzione dell’impatto sul clima e sulla sostenibilità della filiera. Risultato: Hp è la più virtuosa. Mentre Rim (leggi Blackberry), Lge, Acer, Toshiba e Sharp sono le big companies più arretrate in materia di politica ambientale. Se si guarda però alla composizione dei Raee (i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) prodotti dall’Unione europea, la quota più alta (30%) risulta essere ancora quella degli elettrodomestici, seguita dai frigoriferi (20%). Poi i Dvd, i Cd (15%) a pari merito con i computer e i telefonini. Dati alla mano – le statistiche sono delle Nazioni Unite e di qualche anno fa – ci si rende conto dunque che le cifre relative all’elettronica potrebbero essere triplicate, senza che nessuno abbia il reale polso della situazione. Solo in Europa infatti il tasso di crescita dei Raee è del 3-5 per cento l’anno.
DISCARICHE DEPREDATE – Da Ecodom, il consorzio italiano recupero e riciclaggio Raee, arriva Raeeporter, applicazione utile per scattare foto e video di rifiuti abbandonati da girare alle amministrazioni comunali nella speranza che li rimuovano. Quando si parla di E-waste infatti una delle questioni più scottanti sono le discariche abusive. A far luce su questa situazione, spesso sottovalutata dagli operatori del settore, è stata anche una ricerca promossa dall’Anci e dal Centro coordinamento Raee, diffusa nei giorni scorsi alla rassegna Ecomondo di Rimini. Su un campione di 211 centri di raccolta sul territorio nazionale, è emerso che il 70 per cento ha subito effrazioni nei primi nove mesi del 2010; i compressori dei frigoriferi, per esempio, sono tra i più gettonati per il traffico illecito dei Raee. Senza queste parti rubate, i rifiuti elettronici diventano spesso inutili per un corretto recupero e riciclo. Stando ai dati del campione, il 21% dei frigoriferi è stato privato di qualche elemento con un valore economico rilevante, così come il 13 per cento di monitor e televisori e l’11% delle lavatrici. [/private]