La sua incredibile forza, il coraggio di opporsi, poco più che bambina, ad un regime che ha già tentato di ucciderla e promette di farlo ancora. Per il Parlamento europeo è la sedicenne Malala Yousafzai a meritare il Premio Sakharov 2013 per la libertà di pensiero. Come ampiamente previsto la conferenza dei presidenti (Presidente del Parlamento europeo e leader dei gruppi politici) hanno scelto di sostenere la sua battaglia per il diritto all’istruzione di donne e bambini.
Una battaglia pericolosa quella di Malala, a giudicare dall’immediata reazione del regime talebano al riconoscimento di Strasburgo. “Non ha fatto nulla” per guadagnarsi un premio per i diritti umani, ha riferito il portavoce Shahidullah Shahid dei Tehreek-e-Taliban Pakistan, “i nemici dell’Islam la stanno premiando perché ha abbandonato l’Islam ed è diventata laica”. Poi la minaccia: “tenteremo di nuovo di ucciderla che si trovi in America o in Gran Bretagna”.
Poco più che sedicenne, Malala è diventata un simbolo, per essersi opposta al regime talebano nella valle dello Swat, dove alle ragazze è vietato frequentare la scuola. Secondo dati Unesco più di tre milioni di piccole pakistane non vanno a scuola. Il suo primo discorso pubblico dal titolo “Come osano talebani togliermi il diritto fondamentale all’istruzione?” risale al settembre 2008. Quando tutte le scuole femminili sotto il controllo dei talebani sono state chiuse. Nel gennaio 2009 Malala ha iniziato un blog per la Bbc Urdu sotto lo pseudonimo di Gul Makai, diventando un’eroina popolare. Il blog che l’ha resa famosa però ha anche messo in grave pericolo la sua vita: la sua famiglia è stata minacciata, ad ottobre 2012 i talebani hanno tentato di assassinarla mentre tornava a casa sul bus della scuola e la studentessa è rimasta ferita alla testa e al collo.
“Il Parlamento europeo riconosce l’incredibile forza di questa giovane donna. Malala coraggiosamente sostiene il diritto di tutti i bambini a un’equa istruzione. Diritto che è troppo spesso trascurato quando si tratta di ragazze”, ha dichiarato annunciando il nome del vincitore, Martin Schulz. Per il Presidente del Parlamento europeo il premio è “il migliore investimento per il futuro” perché “ci ricorda i nostri doveri e la responsabilità per il diritto all’istruzione dei bambini” ha detto, ricordando i “circa 250 milioni di ragazze nel mondo che non possono recarsi liberamente a scuola”.
A nominare Malala per il premio sono stati congiuntamente tre diversi gruppi politici: popolari, socialisti e liberal-democratici. “Per molti di noi, l’educazione è la chiave per aprire l’Universo. Mentre noi lo diamo per scontato, Malala ha preso un proiettile per difenderlo” ha commentato il presidente del Ppe, Joseph Daul. Felice che sia stata sostenuta la candidatura della giovane attivista anche il leader di S&D, Hannes Swoboda che commenta: “Questo sottolinea il chiaro impegno del Paralmento europeo a favore dei diritti delle donne”. Per il presidente dell’Alde, Guy Verhofstadt, “ci vuole un essere umano eccezionale per resistere a un regime come quello talebano e quando questo essere umano è una ragazzina di 16 anni questo coraggio diventa mozzafiato”. Per Verhofstadt, Malala, merita anche il Nobel per la pace, altro riconoscimento per cui è candidata. Un premio che la ragazza sente invece di non meritare: “Penso di poter fare ancora tante cose, non ho ancora fatto abbastanza” ha detto in questi giorni ad una radio Pakistana. “Accogliamo con favore il premio a Malala Yousafzai in riconoscimento del suo coraggio e della sua determinazione” riconosce anche Gabi Zimmer,
“L’annuncio del Presidente Schulz ci commuove e ci rende orgogliosi” ha commentato l’eurodeputata italiana Silvia Costa (S&D), ricordando “la straordinaria importanza della sua battaglia per l’istruzione e per il valore simbolico che essa assume nell’affermazione del diritto allo studio come diritto inalienabile per ragazze e ragazzi”. Malala sarà invitata a ritirare il premio durante una seduta solenne che si terrà a Strasburgo il 20 novembre.